Bibliografia Vichiana II, S. 380
poli, Enrico de Rosa espone certi Rilievi critici sul pensiero filosofico di G. B. Vico. 86. Brani di lettere inedite del conte Gian Giuseffo Orsi, di Gian Mario Crescimbeni, di Anton Francesco Marmi, di Roberto Sostegni, di Giuseppe Athias, del conte Gian Artico di Porcìa, del padre Michelangelo Franceschi da Reggio Emilia, di Ignazio Maria Gnomo e di fra Gabriele da San Fulgenzio lettere che vanno dal 1709 al 1743, si serbano nell’Estense di Modena (Archivio Soli-Muratori) e riescono, come si vede dall’uso che se ne è fatto sopra {passim), di non poca utilità per chiarire particolari della vita e della produzione letteraria del Vico furono pubblicali da Tommaso Sorbelli, col titolo Documenti sulle relazioni tra il Vico e il Muratori, nel Giornale storico della letteratura italiana , CVi (1935), pp. 291-95. Si badi, per altro, che la letterà napoletana del Sostegni del 17 agosto 1725 fu diretta non già, secondo asserisce il Sorbelli, al Muratori, bensì a Giuseppe Athias (v. sopra pp. 195-96), che da Livorno la inviò al Muratori con altra sua del 17 settembre dello stesso anno (cfr. Nicolini, in Vico, Opp., Vili, 263). 87. Nel breve ma eccellente Disegno storico della filosofia lavorato, a uso delle scuole, da Francesco Albèrgamo (2 a ediz., Milano, Signorelli, 1935), non potrebbe essere più chiaro il paragrafo consacrato al Nostro, nel quale in pochissime pagine (235-39) è detto quanto è necessario conoscere per un primissimo orientamento. E ispirate analogamente a grande precisione e chiarezza sono le pp. 99-104 dell’importante Storia della logica delle scienze esatte (Bari, Laterza, 1947), nelle quali il medesimo autore, che, come si sa, è un valente specialista dell’argomento, esibisce nei tratti essenziali l’atteggiamento di recisa opposizione assunto dal Vico contro l’«-evidenza » cartesiana, la teoria del « verum-factum », la considerazione vichiana delle matematiche come di una creazione, sì, della mente umana, ma creazione di qualcosa di fittizio : dopo di che, espone la visione poco chiara che il Vico aveva della differenza tra la conoscenza filosofica e quella matematica e la sua netta negazione della possibilità di ridurre a matematica la fisica. 88. Per un’inversione di schede, sopra, pp. 704-705, nel discorrere di Antonio Labriola, non s’è citato il libro di Luigi Del Pane dal titolo Antonio Labriola : la vita e il pensiero (Roma, 1935) : il che sì sarebbe dovuto fare tanto più, in quanto alle pp. 508-10 sono pubblicati gli appunti d’una lezione del 1871, nella quale il Labriola esibì un’esposizione critica della dottrina del Nostro. 89. Il male nel pensiero moderno : le due vie della liberazione s’intitola un libro di Renato Lazzarini (Napoli, Perrella, 1936), che alle pp. 275-88 studia II male nella storia umana: Vico. Su questo libro i cui concetti dottrinali ritornano nell’altro volume del Lazzarini L'intenzione, idee del compimento della personalità e il concetto critico di perdizione (Napoli, Perrella, 1940) —v. Francesco Parlatore, nel Giornale critico della filosofia italiana, XXI (1940), pp. 137-47. 90. Nel 1907 era stato pubblicato a Parigi un volume dal titolo Fétes du centénaire de Le Play et XXIV Congrès de la Societé internationale d*economie sociale, nel quale, alla p. 209, si discorreva delle letture che il Le Play fece della Scienza nuova e della conferma che trovò in questa della sua teoria della famiglia quale primo nucleo della società. Codesto volume parigino appunto è citato da Luigi Einaudi a
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