Bibliografia Vichiana II

GIUNTE E CORREZIONI

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pp. 807-808. All'elenco degli scrini del Sorci nei quali si discorre del Nostro è da aggiungere Wus man ron Fico lehrl, nei Sociallislische Moiialshefle del giugno 1808. Inoltre ai rapporti ideali tra il Vico e il Sorci accenna anche, nelle citate conferenze, lo ìlazard, il quale a codesto proposito rimanda altresì al libro di Henri Tronchon, Ernest Renan et rélranger (Paris, Les Belles-Leltres, 1928). pp. 812-14. Non intorno al 1903, ma, più precisamente, il 14 marzo 1905, da licenze, il Woltraann si rivolse al Croce. Ciò appare dal più volte mentovato gruppo di documenti della collectio di esso Croce, in cui è altresì una lettera lipsiense del Klemm del 12 maggio 1905. p, 824. Andrebbe aggiunto un paragrafato relativo all’Ungheria, ma per non dire altro se non che nei più volte citati documenti inediti della collectio del Croce è una lettera di un Luigi Leopold, « pubblicista ungherese », che il 12 febbraio 1905, dall’ Hotel de Castille di Parigi, dava assicurazioni che « nella letteratura ungherese non esiste niente intorno a Vico, nemmeno traduzioni d’articoli stranieri ». pp. 832-34. 11 volume del Bernardini e del Righi esce, mentre scrivo, col titolo riferito sopra e consta di 686 pagine. Quanto nel capitolo sul Vico risalga al Bernardini e quanto sia stato supplito dal Righi viene specificato alla p. 147. pp. 839-42. Nei ricordati documenti vichiani inediti della collectio del Croce m'imbatto in uno scritto autografo di Guido del Ruggiero dal titolo II Vico nella cultura contemporanea. E ho subito riconosciuto in esso un articolo del 1911, occasionato dal primo volume della mia edizione commentata della seconda Scienza nuova : articolo destinato al Corriere della sera, che, ostile allora alla filosofia, non lo volle accogliere. pp. 863-65. L’ultimo libro vichiano del Giusso ha trovato finalmente un elogiatore in un articolista del Messaggero del lunedì (26 gennaio 1948). che, celandosi modestamente sotto le iniziali C. S., ha voluto ripetere le affermazioni, immaginifiche esibite dall’elogiato relativamente al Vico e all'età barocca. pp. 871-73. Mentre sto per licenziare le bozze, il Croce acquista per la sua collectio viciana un esemplare del poema dell’ Arrighi-Landini. Accanto al frontespizio è riprodotta una medaglia, che raffigura l'autore in età di trentasei anni. Dedicatario fu il « nobile ed eruditissimo signor conte Giovan Battista Gallizioli, patrizio bergamasco ». Alla fine del volumetto, pp. 141-42, è un Indice dei nomi di personaggi viventi nominali nell’opera : indice nel quale ricorre bensì il nome del Goldoni, non anche quello del Vico. E ciò, naturalmente, mostra infondata l'ipotesi che LArrighi-Landini ignorasse ancora la morte del filosofo. p. 873. 11 Messedaglia ha potuto leggere finalmente i Pensieri tratti dalla storia naturale a difesa dell’uomo del conte Zaccaria Betti. A differenza di quanto asserisce il Del Bene, non vi si parla punto né del Vico né del Finetti. pp. 874-76. Allo zibaldone dell Amerio non potevano mancare gli elogi della Civiltà cattolica. Cfr. un articolo del padre G. Scimè, inserito nel quaderno 2343 (7 febbraio 1948), pp. 297-99. pp. 883-85. L’ amico Guido lassò ra’ invia or ora (febbraio 1948) il dattiloscritto di due suoi lavori vichiani inediti : lavori che, per diligenza di preparazione e acutezza di ragionamento, mi sembrano ottimi, e ai quali, pertanto, auguro di vedere presto la luce. Nel primo e più ampio,