Bibliografia Vichiana II

CAPITOLO SECONDO IN ITALIA

PREMESSA

Uno tra gli effetti della fama europea procurata al Vico dalla propaganda del Michelet e degli altri vichiani francesi fu che nella sua patria stessa il nome dell’autore della Scienza nuova rifulse di luce più viva. Alla guisa medesima che in Francia, anche in Italia, intorno al 1830, la sua voga ascese a tale che ormai non si poteva fare di meno di citarlo, per diritto e per traverso, di prima, seconda, quinta, decima mano, quasi in qualunque libro, quasi in qualunque articolo di rivista letteraria, a talora anche di giornale, trattasse cose pertinenti alle discipline morali e politiche. E, che conta assai più, non pochi furono coloro che presero a studiare l’opera sua maggiore con raddoppiato amore e con quella ben diversa preparazione derivante dai primi contatti, sia pure per qualche tempo soltanto indiretti, con la grande filosofìa idealistica tedesca, e in modo più particolare, soprattutto nell’ltalia meridionale, con quella dello Hegel. Dire questo vale come dire che quello fu studio coronato dal successo, sia pure soltanto parziale, ossia dalla comprensione, sia pure soltanto incompiuta, di quel libro che a tanti, sin allora, era parso racchiudere ermetismi indecifrabili. E certamente la Scienza nuova cominciò ad apparire relativamente limpida, se non proprio in tutte le sue teorie particolari, talune delle quali, come per esempio quelle dell’arte, del linguaggio e del mito, per allora vennero poco approfondite, per lo meno nel suo problema centrale, ch’è naturalmente quello della natura, del metodo, dell’ufficio e del-