Bibliografia Vichiana II

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TONTI - FERRARI

tal modo, « collocata resistenza di Vico nel vero posto che le conviene nell’ordine della civiltà e della sapienza moderna ». E, quali che siano le deficienze, talora gravi, dell’esecuzione ben perdonabili in un quasi adolescente, non si può dire che, in linea di teoria, il Tonti avesse torto. Comunque, dopo un’introduzione, esibente un cenno storico dello stato della cultura anteriormente al Nostro, segue una prima parte consacrata allo studio del criterio e dei principi della Scienza nuova. Premesso un cenno delle opere vicinane anteriori al 1725, il Tonti passa via via a esaminare l’oggetto e il criterio del capolavoro vichiano, il « punto di partenza nella storia delle cose umane », la mitologia greca e i poemi omerici in quanto « la più perfetta storia civile degli antichi popoli », lo « spirito delle favole antiche », la critica esercitabile sui miti, la « sapienza favolosa e poetica », la « necessità dello studio della giurisprudenza per la scienza delle cose umane », il « metodo secondo il quale debbono ordinarsi le cose in guisa da formare una storia filosofica dell’umanità ». Un solo lunghissimo capitolo costituisce la parte seconda e, col titolo Delle origini , dei progressi e della decadenza comune delle nazioni , reca un riassunto dell’ultima Scienza nuova. Di due capitoli, infine, è formata la parte terza e ultima, intitolata Esame del sistema di Vico considerato in se stesso e relativamente ad alcuni moderni scrittori fondati su un certo ordine di idee già discorso dal nostro Vico. Nel primo si studiano le « ragioni per cui Vico applicò all’umanità le leggi dell’individuo » ; nel secondo, « per quali probabili cagioni Vico si mostrò incerto sui destini dell’umanità ». In questa terza parte non manca, naturalmente, il parallelo tra il pensiero del Nostro e quello dello Herder, che il Tonti ritiene del tutto opposti, nel senso che il Vico « con le sue leggi della mente umana spiega tutte le leggi della società e di ciò che ad essa appartiene », laddove lo Herder, con uno spirito speculativo molto inferiore, « deduce tutte le leggi sociali e morali dell’uomo dal suo fisico organismo ». E c’è altresì, sebbene non ancora di prammatica, un altro parallelo tra il Vico e Io Hegel, il cui sistema è, pel Tonti, quello che s’accosta maggiormente al sistema vichiano. Vero è che dello Hegel il Tonti, che lo conosceva quasi certamente di seconda mano, non pone a profitto se non le linee generalissime della Filosofia della storia. Giacché egli trova che, laddove, secondo il filosofo tedesco, ciascuna nazione non ha « subita e rappresentata » se non una sola delle « diverse fasi di governo sociale », il Nostro, molto più a ragione, le aveva fatte succedere tutte in particolare in ogni popolo. Notizie del Tonti reca Giuseppe Giusti in una lettera ad Atto Vannucci del 24 agosto 1842 :v. Epistolario , edizione Martini, I, 463-65 ; e cfr. ivi la nota del Martini, che ricorda altri scritti del Tonti, ma non questo sul Vico. Su esso vedere la recensione del Tommaseo citata più appresso ; un'altra ancora di Emmanuele Rocco, nel Progresso del 1835 (XII, 63) ; e cfr. l’articolo vichiano di Defendente Sacchi mentovato più oltre. 2. G. Ferrari. Già nella prima parte del presente lavoro (pp. 140-44) s’è ricordato Giuseppe Ferrari quale curatore

della prima raccolta compiuta delle opere del Vico : fatica,