Bibliografia Vichiana II
PREMESSA ■ TONTI
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va avvertito che, nel collocare questo o quello scrittore in questo o quello dei paragrafi nei quali è parso utile ripartire il presente capitolo, s’è tenuto conto non tanto di quella che in ciascuno è preponderante fisionomia scientifica, quanto della natura preponderante dello scritto o degli scritti in cui ciascuno s’è occupato del Nostro. Giacché è cosa sin troppo ovvia, per esempio, che, considerati per se stessi, come Pasquale Villari andava collocato non tra i filosofi ma tra gli storici, così Vincenzo Gioberti avrebbe potuto trovare posto indifferentemente tra i filosofi, gli storici, gli scrittori politici e i critici letterari. Per maggiori ragguagli. Croce, Storiografia italiana nel secolo decimonono, 1, 8. 14, 10-20, 123-26; li, 42-43, 46-47, 160; Filosofia di G. B. Vico'\ pp. 322-24; Uomini e cose della vecchia Italia , 1, 216-17.
I AUTORI DI MONOGRAFIE SUL VICO
1. L. Tonti. Col titolo Saggio sopra la Scienza nuova di G. B. Viro (Lugano, Ruggia e cornp., MDCCCXXXV) e con le sole iniziali «L. T. », il pistoiese Luigi Tonti (18131841 o 42), giovane allora di ventidue anni, volle dare una esposizione critica del pensiero del Nostro. Un’ esposizione, secondo egli stesso avverte, diversa da quella del Michelet, che non gli sembrava del tutto soddisfacente, perché unilaterale e condotta sulla falsariga dell’opera vichiana : un’esposizione, anzi, tanto più diversa, ifi quanto mirava a «discoprire il nesso intimo delle idee di Vico », sovente dissipate in punti lontani dell’opera, a « risalire al concetto generatore del suo sistema » e a « discovrirvi entro l’ordine del suo sviluppo e delle sue applicazioni ». Quale mai codest’ ordine da scoprire? Quello che il Vico avrebbe dato all’opera sua, qualora, invece di scrivere nel secolo decimottavo, avesse scritto nel decimonono, e, invece del suo cervello di geniale confusionario, avesse posseduto quello, molto più pedestre, ma alquanto più ordinato, de! Tonti. Giacché ciò appunto, pure con altre parole, viene a dire quest’ultimo, quando soggiunge di avere creduto opportuno esaminare il sistema vichiano « nelle sue generalità », considerandolo «in ordine ai progressi della scienza delle cose umane nel nostro secolo e con alcune nostre particolari idee», e di lusingarsi d’avere, per
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