Bibliografia Vichiana II

COLECCHI - TOMMASEO

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e in modo particolare, pp. 338-39 ; e, più di recente, G. Sabatini, Ottavio Colecchi (Roma, 1929), Per un particolare biografico, A. Zazo, Un’accusa di ateismo ad Ottavio Colecchi, in Samnium, 111 (1930), pp. 85 sgg. ; A. Capograssi, Nuovi documenti sull’accusa di ateismo ad Ottavio Colecchi, ibid ., XII (1939), pp. 7. N. Tommaseo. Pare ch’egli s’ occupasse primamente del Vico in una recensione d’un libro del Rampoldi, inserita, con lo pseudonimo X. Y. Z., nel numero 91 (luglio 1829) dell’Antologia. Nel 1835 la ristampa del Diritto universale nel terzo volume della prima silloge del Ferrari (v. sopra pp. 26, 28 e 141) gli suggeriva a Parigi, ov’era esule, due articoli. 11 primo, più breve e redatto in francese, vide la luce nel Polonais (volume V, novembre 1835, pp. 289-90) : il secondo, molto più ampio e scritto in italiano, trovò accoglimento nel Ricoglitore italiano e straniero (anno 11, parte 11, decembre 1840, pp. 82641), donde fu ristampato, con tagli, negli Studi filosofici (11, Venezia, 1840, pp. 134-48) e nella terza e quarta edizione del Dizionario estetico. Tutti due, poi, in ordine inverso, divennero appendice ottava dello studio G. B. Vico e il suo secolo nell’edizione del 1872 ; appendice che, con reintegrazione dei brani espunti, è stata riprodotta alle pagine 125-48 del volume curato dal Quadrelli. Poco di poi inseriva ne L’ltaliano di Parigi del 1833 due brevi annunzi, relativi Tuno al libro del Tonti (v. sopra pp. 58990), che scriveva al Capponi (Parigi, 7 gennaio 1836) non essergli dispiaciuto, e l’altro al volume sesto dell’anzidetta silloge ferrariana ; e, malgrado la loro tenuità, li ristampava, oltre che nella terza e quarta dette or ora, anche nella prima e seconda edizione del Dizionario estetico ; dopo di che, essi furono riediti per la quinta volta alle pagine 235-38 del volume del Quadrelli. Si può sorvolare su accenni fugaci al Vico che s’incontrano in tre scritti lavorati, circa il 1840, intorno ad Antonio Maria Lorgna, Pietro Canal e Marco Renieri e ripubblicati, nei piccoli brani che concernono il Nostro, dal Quadrelli (pp. 231-232 e 233-34). Analogamente basterà avvertire genericamente che del Vico si tocca qua e là in «Il secondo esilio, scritti di Niccolò Tommaseo, concernenti le cose d’ltalia e d’Europa dal 1849 in poi » (Milano, 1862). Occorre invece fermarsi alquanto sul maggiore lavoro vicinano dello scrittore dalmata.