Bibliografia Vichiana II

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TOMMASEO • ROCCO

e com’« egli fosse nato da quella veramente reale famiglia di storici italiani che signoreggia col pensiero gli avvenimenti » ! Resta ad accennare a ciò che nel saggio del Tommaseo ha forse importanza ancora maggiore, ossia ai suoi giudizi calorosamente ammirativi sulla forma letteraria del Nostro. Importanza forse maggiore, sia perché nessuno meglio di lui, stilista consumato, era in grado di scorgere la «rande potenza espressiva di quella prosa altamente poetica, sia perché ai suoi tempi, malgrado qualche rara voce discorde, dominava più che mai il mito d’un Vico tam bene cogitans quam male loquens. Ebbene, anche al Tommaseo, come già al Nostro la Scienza nuova sembrò scritta « con isplendor di favella »; e T oscurezza, di cui la si tacciava, venne qualificata da lui « più abbarbaglio che tenebre » : senza dire soggiungeva che « molte oscurità si dileguerebbero » esi sono in effetti dileguate nelle edizioni del Nicolini, ispirate appunto a! saggio consiglio che segue, «se meglio punteggiati stampassersi que’ periodi con capoversi frequenti e meno caratteri corsivi, che l’attenzione, nonché attrarre, distraggono ». « Splendore e calore, e non eloquenza ma facondia » ravvisa nelle orazioni così italiane come latine (p. 8); e, quanto a queste ultime e, in genere, agli scritti latini, vi trovava, da un lato, « eleganza » e, dall’altro, « rarissime quelle improprietà che a’ più dotti scrittori di lingue morte sono inevitabili quasi » (p. 9). E, tornando poi più d’una volta sulla Scienza nuova, non si contentò di scrivere (p. 12) che, « splendidamente facondo », il Vico è * il Tacito, insieme, e il Platone de’ secoli che storia non hanno », ma volle aggiungere (p. 95) che proprio nella Scienza nuova egli è «poeta», anzi, «nel doppio senso della parola, vate », come colui che « dal fumo dà luce, dalle metafisiche astrazioni trae immagini vive, raccontando ragiona e ragionando dipinge, e per le cime de’ pensieri non passeggia ma vola : onde in un periodo, sovente, è più estro lirico che in odi molte ». Delle quattro edizioni del Dizionario estetico la prima fu stampata a Venezia, pei tipi del Gondoliere, nel 1840 ; la seconda a Milano, per Giuseppe Reina, negli anni 1852-53 ; la terza a Milano, presso il Perelli, nel 1860 ;la quarta a Firenze, presso il Lemonnier, nel 1867. Per gli accenni al Vico che sono nelle lettere del Tommaseo al Capponi v. N. Tommaseo e G. Capponi, Carteggio inedito dal 1833 al 1874 per cara di Isidoro Del Lungo e Paolo Prunas (Bologna, Zanichelli, 1911), pp. 309, 315, 320, 357. Sulla fisionomia morale e letteraria del Tommaseo, Croce, Storiografia italiana nel secolo decimonono, I, 198 sgg. Pel giudizio del Cuoco sulla Vita del Carafa, Scritti vari, I, 305. Per altri ragguagli, Cantoni, G. B. Vico, pp. 380-86. 8. G. Rocco. Più e più volte s’è rimandato all 'Elogio del Vico scritto da lui. È qui il luogo di darne il titolo preciso, che è questo ; « Elogio storico di G. Battista Vico, da servire ancora d’introduzione allo studio delle opere di questo scrittore, per Gennaro Rocco, giudice soprannumerario di tribunal civile » (Napoli, tipografia del fu Migliaccio, 1844, di pagine 374, in quarto).