Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

regno lombardo veneto dovette poi spesse volte, per la difesa dei privilegi a lei concessi dall’ Imperatore, combattere contro gl’ inferiori magistrati, avvezzi a trattare gli ecclesiastici e i religiosi come il‘tutore fa coi pupilli. Ciò non di meno essa vi godette sempre tanto di libertà, da poter avere floridissimi collegi e raccogliere dalle proprie fatiche abbondantissimi frutti. 2. Le trattative per il ritorno della Compagnia in Verona (d’onde era scomparsa l’anno 1773) erano state cominciate molto prima del detto anno 1836. Da una parte i Veronesi T avevano chiesta più volte e con caldissime istanze; dall’altra, i Padri Generali desideravano di far entrare la Compagnia in Verona non meno di quello che i Veronesi bramassero averla: perchè prevedevano, che ove la Compagnia avesse potuto metter piede entro al regno lombardo veneto, si sarebbe essa medesima grandemente dilatata, e avrebbe potuto far in quelle contrade gran frutto a glorfa di Dio. Fino dal 1829 il sacerdote Don Pietro della nobile famiglia degli Albertìni aveva promesso di dare del suo quanto bastasse per fondare in Verona alla Compagnia un noviziato e un collegio ; e poco appresso il municipio aveva deliberato di cedere

* io stesso e ben ricordo le lettere eh’ egli scrisse su ciò a Mons. Grasser. Noi , diceva, insegneremo tutte le materie prescritte, ma vogliamo esser liberi nel metodo dell’ insegnarle. La sua fermezza in ciò rese inutile il Decreto di Frane. I, dispiacque allora all’ottimo Mons. Vescovo, differì la nostra veduta nei Lomb. Ven. forse di sei anni, ma in fine ottenne dall lmp. Ferdinando la Risoluzione del 19 marzo 1836, con somma soddisfazione di tutti i buoni e del Vescovo stesso, che ben conobbero poi quanto a ragione il P. N. si fosse tenuto fermo a non ammettere le esigenze dell’ Aulica Commissione degli studi, che nel decreto di Frane. I ci voleva soggetti alle discipline comuni. E quanto non si benedisse allora dalla Comp. in Italia alla fermezza del sullodato P. N., che con ottenere per questo Regno i necessari previlegi, sciolse in pari tempo quei legami ne’ quali trovavansi avviluppati i Nostri di Galizia, e che dal P. Generale Fortis voleansì pur tolti una volta! E quanto anche non fummo invidiati nelle ottenute concessioni dagli altri ordini religiosi insegnanti ! Ben io ricordo e dee anche meglio di me ricordare il R. P. Assistente ciò che dicevano segnatamente i PP. Barnabiti di Milano, i quali avviluppati in tante pastoie e soggetti a tutte le discipline de’ professori laici, pentiti di essere stati troppo facili a sottomettersi ai giogo, diceano : Noi abbiamo avuto troppa fretta : beati i Gesuiti che han saputo temporeggiare e trattar la loro causa in modo da tenersi saldi al loro Istituto ! »

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Capo V. Il noviziato di Verona (fino al 1846).