Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù
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Libro I. Dal 1814 al 1848 .
pena venuti i nostri Padri, egli aveva dato loro maravigliose prove di smisurato amore alla Compagnia e d’ eroica magnanimità. Poiché possedendo egli due case, oltre a quella ove dimorava co' suoi sacerdoti, le aveva offerte al P. Ferrari, che eleggesse per il noviziato qual più gli piaceva, e glie!’avrebbe donata. Ora nel sopraddetto giorno gli mandò dicendo, che ove delle due case, che gli aveva offerto, nè l’una nè l’altra fosse trovata acconcia per il noviziato, di buon grado gli dava quella, ov’ egli co’ suoi preti abitava (ch’era spaziosa e comoda a maraviglia); ed egli co' suoi si contenterebbe d T alcune stanze di essa. Ove poi non si potessero vincere le difficoltà, che allora facevano sembrare per poco impossibile alla Compagnia 1’ aprire le scuole in San Sebastiano, egli era pronto a cedere alla Compagnia le sue proprie scuole, e anche, bisognando, a somministrarle del suo i mezzi per il mantenimento. Il P. Ferrari tutto stupefatto di sì mirabile e rara generosità, pur significandogli la sua immensa gratitudine, non voile per niun modo accettare l’offerta delle scuole ; ma allo scorgere in un uomo qual era il Venerabile Bertoni tanto amore alla Compagnia, si sentì in gran maniera addolcire le pene. 3. Ma per tornare all’interrotto racconto, il municipio, fatto eh’ ebbe, come sopra accennammo, il decreto d’affidare le scuole alla Compagnia, deliberò si dovesse atterrare ciò che ancor restava del collegio antico, e sulla medesima area erigere il nuovo. Nello stesso tempo invitò i Padri, eh’ entrassero pure, e, se loro così piaceva, anche subito, in un certo angolo di fabbrica, che per allora si lasciava in piedi ; quivi avrebbero potuto attendere, fino a tanto che fosse pronta la fabbrica nuova, a fare del bene alle anime, principalmente ufficiando la chiesa di San Sebastiano. Per tal modo cominciammo ad avere in Verona una seconda comunità, e ciò avvenne il 18 di marzo dei 1839. Ma quell’abitazione era tutta cadente, anzi prossima a rovinare ; e perciò si videro costretti a trasferirsi in un’altra parte dello stesso edifizio, più incomoda ma più sicura. Necessitati a partire ancora da questa, passarono nella casa offerta loro, con generosità simile a quella che abbiamo detta del Venerabile Bertoni, dal sacerdote Don Francesco Cartolari; e dimorarono in essa tre anni, colmati d’innumerabili benefizi dal detto sacerdote e dalia sua famiglia (che per far luogo ai Nostri si era ristretta in un piccolo appartamento), e massima-