Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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ad esempio, a Padova, a Verona per passare !a mostra o rivista alla presenza dei provveditori e dei rettori. Selle genti d'arme vegliavano poi costantemente il celiatemi generale e i vicecollaterali che, per lo revisioni e gli stipendi, facevano capo alle banche dove eratio descritti nomini e cavalli (’). L’ufficio di collaterale era delicatissimo ed esigeva special i req uisi ti in chi lo esercì ta va. Doveva q u osto magistrato tener i libri e i conti della milizia, cassare e rimettere quindi anche le genti d'arme: presenziare alle rassegne generali e, quando queste non avessero luogo, Cavalcare almeno una vòlta all’anno per gli alloggiamenti e riferire minuziosamente su tutto. Venendo ai meriti di queste milizie, sulla base di documenti, non possiamo a meno di asserire che gii uomini d'arme costituiscono per molto tempo la forza permanente meglio ammaestrata della repubblica. Anche quando la fanteria, cresciuta e ordinata, presenlavasi in tutta la sua importanza, in lettere che riguardano la riforma delle bande leggiamo : «L'uomo d’arme è il più honorato soldato die sii in tutti li ordini di militia: 1' esperienza maestra delle cose insegna che

solo nominali o di condotta: ma non di rado si dotte il caso di stipendi percepiti per soldati iscritti nei ruoli e in realtà non presenti nella banda. ( 1 ) Per ciò (die riguardava i cavalli la Signoria non poteva essere ingannata tanto facilmente, giacché questi erano bollati con la pontadura e V effigio di San Marco, e quando I’nomo d’arme si presentava all’ ufficio della banca per la rimessione d’ un cavallo, doveva mostrarne la pelle: così non facendo correva in defedo ossia doveva pagare un tanto. (Vedasi Bibl. Marc., Cod. 1218 cit.)