Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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di nò «che in ogni vico o villaggio due giovani a quest’arme usare si avvezzassero e questi d’ogni gravezza o tributo francarono, acciocché dalle cure sciolti, più diligentemente a tale arte intendessero». Altro genere di fanti furono lo ordinanze, le quali presero ad estendersi nei territorio della serenissima nel secolo XVI e si svolsero sull’esempio di quelle del ducato d’Urbino, ove massi ma mente ebbero culla ed incremento ( l ). Ma il nerbo della milizia anche per Venezia era costituito dalla cavalleria e la repubblica ebbe già, prima di levar gente dalle provinone di terrafenna, al suo soldo cavalieri dalmatici e albanesi detti stradioti, cui seguirono cavai leggieri e genti d’arme italiane. Nella cavalleria il posto cospicuo era tenuto appunto dalle compagnie d’uomini d’arme, che Venezia aveva istituite per tempo sul modello degli altri stati. Nel secolo SI V le parole genti d’arme si usarono ad indicare milizia in genere, eppure ad esse solo vasi far seguire anche la determinazione della specie : Zente d’arme a pe e a cavai: ma in progresso di tempo l’uomo d’arme significò invece soldato scolto su destriero, coperto di corazza morione o celata, armato di lancia o spada, seguito da scudieri sopra cavalli di minor conto (primi e secondi piatti). Per essere la lancia Parma caratteristica di questi

( 1 ) Celli; Op. oit,