Il Molise dalle origini ai nostri giorni
non esigono cortei variopinti, fragori di bande, frastuoni di pirotecnica, labari fiammanti, lo scampanio che introna gii orecchi e gli altri ingredienti delle sagre: ed infine, non fanno la 44 reclame „ agli oblatori. Non c’è soddisfazione di vanità nel contribuire a simili improso, od ecco l’astensione. Dnra constatazione questa che noi facciamo , ma non nuova. Fin dal 1535 il Del Re scriveva che “ la religione dei Molisani sta più nelle “ pompe e nelle dimostrazioni di festa, che nel vero culto e nella vera 44 divozione „ (460). TI Molise, adunque, sotto tale rapporto, non è mutato: si trova, anzi, su d’nna via d'assoluto regresso, che noi denunciamo con vero e profondo rammarico. L’ emigrazione —in una parola —nè laicizza la mente dei nostri contadini ed artigiani, nè concorre a rendere meno superficiale il loro sentimento religioso. # £ Assai varia è la fisonomia etnica del nostro Contado. Fra i naturali gli aborigeni che costituiscono la grande maggioranza della popolazione, si sono infiltrati a lunghi intervalli di tempo elementi esotici dei quali è mestieri intrattenerci, pel motivo cho tali elementi, lungi dal1’ essersi confusi e fusi con gli ospiti , hanno conservato e conservano tuttora in gran parte le caratteristiche fisiche e morali, ed il crisma specifico della rispettiva stirpe, conferendo al Molise una nota demografica particolare che manca del tutto ad altre provincie. Non si attenda però il lettore un compiuto studio demopsicologico , che richiederebbe il gonio ela pazienza d’un Giuseppe Pitrè; masi appaghi di un breve cenno quale ci è consentito dalle nostre modeste attitudini al grandioso argomento. L’infiltrazione più antica è quella degli zingari. Non si tratta però di quei nomadi che in Europa vengono generalmente chiamati u boemi „ o “ tzigani „ e 44 gitani „ nella penisola iberica; non si tratta nemmeno di quei randagi d’origine balcanica che si vedono in giro nel centro e nel settentrione d’ltalia, raccolti in tribù organizzate, i quali si accampano fuori delle città e vivono riattando e vendendo i minuti arnesi di ferro per uso di cucina, come treppiedi, padelle, mestole, occ. Gli zingari nostrali detti pure un tempo 44 gizzi „ o 44 egizii „ denunciano r origine levantina, e sono indigeni del tatto e da secoli. E tradizione, anzi, che fin dall’ età longobarda essi fossero se non confinati certamente accentrati a lelsi, che sarebbe stata la loro capitale. Tolsi , invero, nei più vetusti diplomi feudali è detta ,l Gittia „ e “ Gitium „ e 44 Terra Giptie „ in quelli del secolo XV. Da lelsi si diramarono poi, man mano, nei paesi tra il Fortore e il Biferno, e questo fiume oltrepassarono sparpagliandosi nelle adiacenze. Hanno oggi residenza abitualo in alcuni Comuni dei Circondari di Campobasso e di Lavino, donde poi escono alla spicciolata per con ver-
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