Il Molise dalle origini ai nostri giorni
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liani i prodotti non ricovrirebbero integralmente neppure torse lo spese di produzione. Sulle terre, d’altronde, dove la granicoltura è più costosa , e che si vorrebbero a questa sottrarre, gli enti Stato, Provincia, Comune esigono la fondiaria, e il Comune bene spesso commisura al tributo fondiario le tassazioni speciali, Non è equo, quindi, pretendere che i proprietari avessero a tenerle incolte, por mero sacrificio alla solidità dei bilanci comunali, provinciali e di Stato, o per omaggio alla dottrina liberista. Se i proprietari di tali terre le conservassero incolte, chi riuscirebbe a turar la bocca dei socialisti di basso ed alto fusto contro gli affamatori esosi delle plebi proletarie? Non invocano già da tempo provvedimenti draconiani contro le terre sottratte alla coltura, quasi che l’incoltura dipendesse dalla volontà dei proprietari saturi di reddito, e non piuttosto dai lavoratori che non vogliano coltivarle, o dalla rarefazione della mano d’opera ? Badate, riprendono j liberisti, e per citarne uno, il Wollemborg, noi non intendiamo dire che le terre da sottrarre alla granicoltura debbano rimanere incolte; intendiamo dire che non dovete dilatare la granicoltura a spesa dei prati. Il suggerimento non può certamente riferirsi ai prati da vicenda, che sono da considerare come la migliore preparaziona alla coltura cereale: deve riferirsi ai prati stabili. Orbene, di prati stabili non è penuria nel Regno, giacché occupano di già il 26 °/ 0 della sua superficie agraria (negli Abbruzzi e Molise circa il 22 %) ; ed occorre pur rilevare che l’allevamento del bestiame in cosi vaste proporzioni qualora ai dovesse seguire il consiglio del Wollemborg a prescindere dai capitali ingenti da investire tutti di un getto, è reso dispendioso dagli alti salari richiesti dalla custodia , e talora addirittura imbarazzante per 1’ esiguità de! personale disposto ad applicatisi. E poi, chi può ignorare che i prati stabili danno scarsi prodotti nelle asciutte falde del nostro subappennino? Promuovete la coltura intensiva : essa sarà la salvezza del Mezzogiorno ! —-Tale è l’avviso dell’on. Ciccotti, il quale volte proclamarlo alla Camera dei Deputati senza spiegare come si possa faro della coltura intensiva seuz’ acqua. Per fortuna . nella stessa seduta del 3 aprile 1900, 1’ on. Colaianni dimostrava, con la consueta eloquenza materiata di cifre, che il problema meridionale è essenzialmente il problema dell’ acqua ! Mutate coltura (ammonisce più genericamente il Loria) se non potete far fronte alla concorrenza straniera ; ma il dazio è da abolire, poiché “ i dazi non sono stati mai fattori di progresso produttivo ; al con“ trario, essi hanno sempre funzionato come un narcotico, che ha addor“ montato Ì produttori sui soffici guanciali della protezione, e li ha in“ coraggiati a persistere nei metodi vieti, difendendoli dalla concorrenza “ dei produttori più laboriosi ed arditi „ (475). Non rileveremo 1’ accenno a questi produttori “ più laboriosi ed arditi „ che sono americani e non italiani ; ma è dovere soffermarsi sulle altro affermazioni dell’ illustre economista, e vagliarle alla stregua delle cifre e dei fatti.