L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo

AL PRINCIPIO DEL XX SECOLO

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sato, prendere una decisione comune, abbastanza maturata e definitiva ! E come se vi avesse la menoma probabilità che I’Oriente e l’Occidente, dopo avere goduto a bel 1’ agio per, quasi due secoli di tutti i benefici dell'accordo, e di tutti gli incalcolabili vantaggi risultanti dall’ unificazione delle date, abbiano a dirsi, giunti all’anno 2100 : « Adesso basta , torniamo alle dolcezze della separazione ! » La doppia facezia del Patriarcato è certamente esilarante, ma è lecito domandarsi sempre nell’ ipotesi che la sua Dichiarazione sia un atto serio, se il Patriarcato si è reso conto delle conseguenze, per lui tutt’ altro che esilaranti, che potrebbe avere la sua doppia facezia. Dico questo perchè non isfugge a nessuno che 1’ ironia del tono canzonatorio colpisce non già il mondo non ortodosso che non è, certamente, minacciato da ciò che può fare o non fare il Patriarcato di Costantinopoli, e si accontenta di assistere, con compassionevole interesse, al dibattersi di questo tra le ferree tenaglie della logica internazionale, bensì la Chiesa russa e il governo russo. Basta riflettere che la recente Dichiarazione del Patriarcato non è gicà diretta alla Cristianità occidentale, bensì alle diverse Chiese autocefali dei vari stati ortodossi, fra cui occupa il primo posto la Chiesa della potenza che si è dichiarata ed è riconosciuta come la rappresentante e la protettrice di tutta 1’ Ortodossia. Ora mentre la Russia si mostra disposta « in principio » ad accordare V unificazione delle date • mentre essa dichiara solennemente che una tale unificazione « non arrecherebbe nessun sensibile nocumento agli interessi della propria Chiesa »; mentre essa chiama « formàlnya » cioè di importanza puramente secondaria, le modificazioni implicate in quell’unificazione ; mentre essa, finalmente, addita all’ esempio delle cristianità ortodosse del Giappone per dimostrarne la possibile realizzazione, eccoti il Patriarcato di Costantinopoli che non solo celia sulla proposta della Russia ma, di più, apertamente la biasima. Infatti, invece di felicitarsi di avere esso stesso provocato, colla sua Enciclica del 12 giugno 1902, (v. st.) quella risposta del Santo Sinodo di Pietroburgo che, pur mantenendo il Calendario religioso ortodosso, dà piena soddisfazione agli interessi scientifici e internazionali e a tutte le legittime esigenze del mondo civile, il Patriarcato dichiara quella soluzione « prematura e al tutto superflua » e questo finché non venga definitivamente sciolto un problema di cui, fino ad oggi, la scienza dichiara di non possedere ancora tutti gli elementi ; forma