L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo

L’ ITALIA K LA QUESTIONE DEL CALENDARIO

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nuova e interessante delle proverbiali calende greche. Terrà conto la Russia di un' opposizione a cui si assegna, scherzevolmente, una simile scadenza ? Già, più d' una volta, 1' elemento ortodosso greco paralizzò, è vero, il buon volere della Russia, ma la questione si presenta, oggi, in modo affatto diverso. In tutti i precedenti tentativi di riforma del Calendario, la distinzione tra 1' unificazione delle date e quelle delle feste, era stata, tutt’ al più intraveduta ; mai, eh' io sappia, messa, chiaramente , a base della riforma. Nessuno ignora i vantaggi polìtici che la Russia annetteva, sia alla solidarietà religiosa che a lei lega tutti gli. Ortodossi, sia all' isolamento in cui questa solidarietà li mantiene a fronte dell’ Occidente. Ora, anche ammettendo che questi vantaggi perdurino tuttora eguali, la semplice unificazione delle date senza quella delle feste , mantiene ancora intatta quella solidarietà, e il mondo ortodosso continua, come prima, a mantenersi, religiosamente, isolato dal resto della Cristianità. Ecco perchè potrebbe avvenire che il documento patriarcale non ottenga, in Russia, T effetto che, in altre circostanze, ottennero analoghe dichiarazioni della medesima autorità, se pure non servirà a far dare, per 1’ onore della Russia, il colpo di grazia allo stesso Calendario religioso ortodosso. Ma, checché ne sia della sua influenza sulla Russia, quel documento ottiene, fin d' ora, un altro risultato eminentemente positivo, e che vorrei credere sia stato previsto e voluto. La parola del Patriarcato di Costantinopoli non può fare certamente ciò che non potrebbe fare neppure l'Onnipotente: cioè che 1' equinozio non sia 1’ equinozio, e che delle Pasque celebrate una settimana o cinque settimane dopo il giorno prescritto dai canoni, siano delle Pasque celebrate nel giorno prescritto dai canoni. Ora, quel Patriarcato ha esso stesso invitato. colla solennità del documento, tutto il mondo cristiano a constatare che, uon la Cristianità occidentale, bensì la Chiesa ortodossa ha bisogno, se vuol conformarsi ai canoni che essa invoca, di riformare il suo Calendario religioso. Nella Cristianità occidentale la Pasqua cade sempre nella Domenica in cui deve cadere sicché, a mo' d’ esempio, nello specchietto qui sopra riferito, la data indicata come quella in cui dovrebbe cadere la Pasqua ortodossa, è precisamente quella in cui cadrà la domenica di. Pasqua della Cristianità occidentale. Ne segue che la dichiarazione del Patriarcato costituisce la più splendida apologia, al punto di vista delle prescrizioni canoniche, della riforma gregoriana, e nel medesimo tempo, an-