La politica antitaliana in Austria-Ungheria

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ALESSANDRO DUDAN

frustravan tutto il lavoro fatto (1). Cosi al principio di questa lotta nel settembre 1903 trovandosi l'imperatore alle grandi manovre a Chlopy fra i suoi generali, certamente consigliato da questi, emanava un ordine del giorno all'esercito, in cui diceva : « Sappia il mio esercito, ch’io mai mi spoglierò dei miei diritti e poteri quale supremo capo suo. Il mio esercito deve restar comune e unico (per l’Austria e l’Ungheria ! s’intende) ; forte baluardo a difesa della monarchia austro-ungarica contro ogni nemico ». L'opposizione ungherese mise tutto il paese a rumore perciò e il ministro presidente Khuen-Hedervary, noto per la sua devozione ai voleri della corte, non potè far a meno d’intervenire e di farsi indirizzare dal sovrano un autografo, che doveva attutire l’impressione debordine di Chlopy; e quest’anno allo stesso fedele Khuen-Hedervary il partito militare preparò un altro simile ed ancor più forte colpo; il governo era giunto ad accordarsi con l’opposizione alla camera di Budapest, che avrebbe lasciato passare le leggi militari, se la camera avesse approvato due risoluzioni (2) riconoscenti soltanto al parlamento d’accordo eon la corona il diritto di chiamare e di trattenere sotto le armi le riserve. Maggioranza, opposizione e governo accordatisi, KhuenHedervary ottenne anche il consenso dell’imperatore ; ma improvvisamente è chiamato in udienza daU’imperatore, che ritira il consenso dato e fa la famosa minaccia se gli ungheresi insistono di voler abdicare ; nello stesso senso si esprime neH’autografo, che anche ora invia a Khuen-Hedervary e che conchiude ; « soltanto conservando illesi i miei diritti di sovrano potrò compiere i miei doveri ». Che era avvenuto ? L'arciduca ereditario, il ministro della guerra barone AufFenberg, il cardinale vescovo di Vienna erano stati ricevuti nel frattempo in udienza daU'imperatore e i giornali non smentiti attribui-

(1) È facile comprendere quindi, perchè l’es-ministro ungherese Polonyi abbia tentato per mezzo di una baronessa Sehtmberger il caso produsse allora gran rumore d’istituire un servizio d’osservazione e d’informazione intorno all’aiutante generale dell’imperatore conte Paar (1905). (2) Risoluzioni sono semplici voti platonici, non leggi sanzionabili, che si usano alle camere di Vienna e Budapest per esprimere dei pii desi» deri, inattuabili di solito.