La politica antitaliana in Austria-Ungheria

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LA POLITICA ANTITALIANA IN AUSTKIA-UNGHERIA

reno ai due primi e persino al cardinale la responsabilità del consenso ritirato ; Auffenberg avrebbe presentato, come al solito, tutto un memoriale contro le risoluzioni ; l’accordo a Budapest disparve e si dovette ricorrere ai famosi mezzi di Tisza, ai poliziotti, alle truppe e alle revolverate per far passare illegalmente le riforme militari tali, quali le vollero l’arciduca e il ministro della guerra.

II. Contro l’Italia e contro gli italiani d’Austria.

Le alte sfere austriache, questo partito militare, di cui vedemmo la strapotenza prima e durante il regno di Francesco Giuseppe, frenata e tenuta in iscacco alle volte da un par lamento fatto forte dalle circostanze o da una spiccata personalità politica, dal 1870 in poi, dacché per forza o per amore dovettero soffocare i loro odi contro la Prussia, sono senza dubbio apertamente e decisamente avversi, ostili, inimici del1’ Italia e degli italiani. Su questo non c’è dubbio, non lo nascondono, lo dicono esplicitamente; soltanto Io motivano con un pretesto, che dovrebbe darne la colpa agli italiani, con l’irredentismo, che tende staccare dal nesso dell’impero le province meridionali dell’Austria: il Trentino, il Friuli orientale, Trieste, ITstria e persino la Dalmazia. Ripeto : questo dell’irredentismo è un puro e semplice pretesto ; ognuno in Austria sa e comprende benissimo, che in Italia non c’è persona seria, cui verrebbe in mente di fare una guerra al giorno d’oggi per il Trentino o per Trieste, nè che i sudditi italiani dell’ Austria farebbero una rivoluzione specialmente, se fossero trattati umanamente e secondo giustizia. Se ci sono nelle classi colte, intellettuali, singoli e sian pure numerosi • irredentisti, lo si deve al sistema di persecuzioni adottato a bella posta dai reggitori austriaci contro gl’italiani; ma le popolazioni italiane, i partiti politici italiani, gli uomini politici italiani responsabili delle province austriache e del regno non sono irredentisti ; la camarilla di Vienna e i suoi fautori li accusano di irredentismo, li provocano con arti e con agenti ad atti d’irredentismo per proprio comodo, a discolpa propria dinanzi all’imperatore, che deve sancire, dinanzi al parlamento, che deve vo-