La politica antitaliana in Austria-Ungheria

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ALESSANDRO DUDAN

Con tutte queste forze sapientemente distribuite negli uf tini, nelle cariche più alte delle province, la reazione è sicura del fatto suo, anche se, per caso, il ministero per necessità parlamentari riuscisse, nella sua composizione, liberale. Per ora, però, il ministero austriaco è composto, in gran parte, di alti impiegati tedeschi e di polacchi, che certamente, per amore all’ltalia, non andrebbero in cerca di grattacapi alla corte, e il prossimo ministero, a quanto si può prevedere, non muterà gran cosa: accoglierà nel suo seno qualche ministro czeco e forse uno sloveno clericale e gli italiani dell’Austria, di fronte alle persecuzioni della camarilla, staranno peggio di prima. Ma se essa si può dire onnipotente nella politica interna verso gli italiani dell’Austria, non lo è nella politica estera. Se pure il ministro comune della guerra Auffenberg e il ministro degli esteri conte Berchtold (i primi atti di questo nella guerra italo-turca non furono certamente benevoli per V Italia!) passino per creature dell'arciduca ereditario e per fautori del partito militare, nella politica estera non si può partire da preconcetti nè da sentimentalismi ; si deve tener conto, invece, di tutto quel complesso svolgersi ed intrecciarsi di circostanze, di avvenimenti, di interessi, che mutandosi di giorno in giorno danno sempre nuovi aspetti alla situazione internazionale. Ora sarebbe azzardato e difficile voler fare delle previsioni sulle prossime o remote vicende internazionali. Sarebbe giusto e con l’andar dei tempi certo avverrà che i Balcani fossero soltanto dei popoli balcanici (1) (2), Con il trionfo di questo

nimouto storico. Con eccezione deU’ex ministro ed insigne giurista Unger, die diede un pensiero prudente, del vice presidente delia camera on. Steiuwender e di un paio di deputati, czechi e croati, in Austria e del l’ex-ministro Polonyi, entusiasta, e del presidente della camera on. Berzewiczyiu Ungheria, dagli altri non ebbi che cortesi rifiuti o prudenti silenzi: Aehrenthal e il ministro presidente austriaco Bienerth rifiutarono gentilmente per lettera, ed Aehrenthal anche a voce, per mezzo dei loro segretari; il sen. Grabmayr, il presidente del senato principe Wmdischgratz, il presidente della camera Pattay, l’ex ministro degli esteri conte Goluchowsky, il capo dei deputati polacchi, prof. Lazarski, si schermirono, sempre cortesemente, chi per una ragione chi per l’altra, il presidente dei magnati ungheresi conte Dessevffy si schermì pure e persino i seguaci di Luigi Kossuth, suo figlio Francesco e il conte Apponyi e il conte Andrassy, ex-ministri di Ungheria, tacquero prudentemente. (1) tj vero, che la Neue Preie Presse recentemente in uno dei suoi articoli di fondo disse l’Austria stato balcanico per comodità di discussione. (2) Gli avvenimenti sono precipitati in questi ultimi due mesi così repentini e violenti, che forse ora mentre correggo le bozze di stampa