Per un'intesa economica fra l'Italia e l'Austria

20

dazioni civili è piuttosto di civilizzare con mezzi pacifici quei paesi che sono ancora arretrati. c) Le spese militari devono, come spesso si afferma, rappresentare voti assicurazione, cioè impedire che Io Stato si trovi coinvolto in una guerra ; assicurazione, il cui costo, secondo taluni, è assai basso. Nelle varie pubblicazioni che ho esaminato il premio relativo è calcolato assai diversamente. Per ima eventuale guerra della Francia, per esempio, Charles Richet, tenendo conto delle spese di guerra e delle spese militari annuali, calcola un premio del 10-12%. Ma comunque si voglia calcolare questo premio, non si tratta affatto nel nostro caso di una vera assicurazione poiché anzitutto il danno non si può mai esattamente prevedere o, quando è avvenuto, esattamente rilevare; in secondo luogo I’assicurato è contemporaneamente colui, dal quale in gran parte dipende il verificarsi del danno, e quanto più alto è questo strano premio di assicurazione, tanto minore deve essere, come si afferma, l’eventuale pericolo. È dunque una « assicurazione » che nei suoi elementi fondamentali si distingue essenzialmente da ciò che noi economisti chiamiamo assicurazione. A questo aggiungasi che il premio non vien commisurato in base al danno probabile, secondo il grado di pericolo, ma semplicemente in base a ciò che altri per scongiurare un egual pericolo spende per un tal premio. Abbiamo dunque a che fare con ima specie di assicurazione mutua degli Stati contro il pericolo di guerra, ma una assicurazione quanto mai antieconomica. Dobbiamo anche domandarci se gii armamenti costituiscano in ogni caso mi mezzo adatto allo scopo, se essi corrispondano al valore strategico e bellico che loro si attribuisce.