Bandiere ed emblemi veneziani

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Agli 11 luglio 1505 infatti, l’incarico di dipingerli veniva affidato a Lazzaro Bastiani il primo maestro di Vittore Carpaccio e a Benedetto Diana, i quali per 630 ducati dovevano eseguirli a perfection ultima , con T obbligo anche di dorare i pomi , 0 sia croce che dovevano porsi alle estremità delle antenne 0). Queste erano allora infìsse su semplici pili di legno, così come nel mirabile quadro La Processione dovea poscia riprodurle Gentile Bellini. Anche quei sostegni tuttavia non potevano non parere indecorosi nella città dove V arte era già pervenuta ad altezze maravigliose, così che, in quello stesso periodo di tempo in cui Lazzaro Bastiani dipingeva le bandiere, Alessandro Leopardi modellava con finita eleganza i tre superbi pili di bronzo che reggono tutt ora le antenne. È interessante in proposito leggere nel Diario di Girolamo Friuli, conservato presso il Museo Correr (-), la seguente notizia annotata sotto la data dei 15 agosto 1505: «Il giorno della festa della Asumptione « di nostra Dona in dello fu discopertto uno pila« stro de bronzo in piazza de sam Marche facto et « principiato assai per avantti tamen allora compito « cum solemnitade. Sopra il qual pilastro se dovea « ponere alchuni stendardi che antiquamente se pone* « vanno sopra alchuni ediffitii de legno, il giorno dele « feste soìemne. tamen affiora fu deliberato et bem

(i ) G, Ludwig -P. Molmenti. Vittore Carpaccio, Milano, Hoepli 1906 - pag. 34 e 35. (2) Codice P. D. 252 c 11«, a carte 168 v.