Bibliografia Vichiana I

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LIBER PHYSICUS

V IL « LIBER PHYSICUS »

Da vari indizi, raccolti e discussi dal Nicolini (in Vico, Opp., Vili, 272-75), pare che fosse scritto o largamente abbozzato prima ancora del Liber metaphysicus quindi nel 1709 o, al più tardi, nel 1710, e che, non senza presentare molte analogie e interferenze con la sezione della seconda Scienza nuova trattante la Fisica poetica [Opp., IV, capovv. 687-709 e 12891304), consacrata, come già il Liber physicus, prevalentemete alla filosofia della natura, esibisse tra l’altro : 1. La tesi che, come nella geometria piana, prima figura semplice, perché constante d’una sola linea curva, è il circolo, simbolo della perfezione di Dio, e prima delle figure composte è il triangolo, così nella geometria solida prima di tutte le figure corporee è il cuneo ; 2. Un sistema di fenomenologia panteistica della natura, fondato sull’ ipotesi che l’aria, elemento naturale femminile, fecondata dall’etere, elemento naturale maschile, assuma forma di bulino ; aereo bulino, che, se incava leggermente la materia, le dà forma ; se vi profonda dentro, la sforma ; 3. Due tesi d’ispirazione pitagorica, e perciò attribuite da lui agli antichissimi italiani : Luna, che gli elementi materiali delle cose siano corpicelli o atomi di forma piramidale ; l’altra, che 1’ etere condensato produca fiamma e quindi fuoco ; 4. Un’analogia tra la fiamma che s’erge in alto verso quella che il Vico credeva ancora, aristotelicamente, sfera del fuoco, e 1’ ago calamitato che si dirige verso il nord ; analogia che consentì al Nostro di divinare la scoperta del polo magnetico, di scorgere l’importanza che la declinazione dell’ago magnetico ha per la geodesia e di precorrere in qualche guisa un’altra scoperta della quale si discorrerà nella seconda parte del presente lavoro (sezione terza, capitolo secondo, paragrafo 11, numero 3), a proposito d’una polemica suscitata da essa tra il Cuoco e il Kolzebue.