Bibliografia Vichiana I

DE AEQUILIBRIO CORPORIS ANIMANTIS

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calligrafica ; né, nell’ altro caso, molto più probabile, del no, se a pubblicare postuma quell’ « opericciuola » sulla quale nel 1765 richiamava l’attenzione degli studiosi napoletani l’anonimo traduttore italiano del Dizionario di medicina dell’Eloy (cfr. più oltre, parte seconda, sezione seconda, capitolo primo, paragrafo I, numero 12) si provvedesse circa il 1780 e, comunque, prima del 1799, con l’inserirla in qualche fascicolo, oggi introvabile, della sopramentovata rivista napoletana intitolata Scelta miscellanea (della quale la Biblioteca Nazionale di Napoli, solo deposito ove la si trovi, non possiede se non alcuni spezzoni), ovvero con lo stamparla in un opuscolo del pari irreperibile. Certo è che prima del 1799 il De aequilibrio fu visto, e proprio a stampa, dal Cuoco, non essendo assolutamente possibile riferire a una copia manoscritta sia ciò ch’egli dice del trattatello vichiano in una lettera al Degérando (,Scritti vari, edizione appresso citata, I, 305), ove ne discorre come d’un’opera estremamente «rara», di cui egli non conosceva se non « una sola copia», e che perciò sarebbe stato bene « ristampare », sia quel che aggiunge in un articolo del 1808 (ibid., 11, 267), ove ne riparla come di un’ «operetta», che, per essere divenuta «rarissima», ed essere quindi potuta leggere da «pochissimi», avrebbe meritato una «seconda edizione ». Delle linee generali del contenuto danno poi ragguagli in linguaggio tortuoso e difficile, ma immune da dubbiezze gravi d’interpretazione, VAutobiografia e il Catalogo delle opere del 1728 ( Opp ., V, 25-36 e 90). Vi si formolava una nuova teoria fisiologica delle febbri e, in genere, dei morbi, nel senso che il Vico, considerando, cartesianamente, la vita del corpo un complesso di fenomeni meramente meccanici e materiali, spiegava le febbri e, in genere, le malattie quali conseguenze del rallentamento («lasco») della circolazione del sangue e del restringimento (« stretto ») dei vasi sanguigni : in guisa che, per esempio, le febbri acute sarebbero generate dall’ aria, spinta dal cuore verso le arterie e le vene, e le febbri maligne da un movimento di aria opposto. Teoria che, come ognuno vede, si riattacca alla scoperta, del tutto moderna, della circolazione del sangue ; ma che, ciò non ostante, il Nostro esibiva quale sola interpretazione legittima della medicina «de laxo et strido», che leggendo ciò che, a dir vero, non era nel De medicina aegyptiorum (Venezia, 1591) di Prospero Alpino (1553-1617),