Bibliografia Vichiana I

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COMMENTO A GROZIO

con una solenne prolusione da recitarsi dall’ insegnante di rettorica. Chi supponesse osservata rigorosamente quella disposizione dovrebbe fare ascendere le prolusioni disperse del Nostro nientemeno che a trentaquattro, ossia a otto in meno (numero di quelle che ci sono giunte integre) degli anni corsi dal 18 ottobre 1699 al 18 ottobre 1740 (il 18 ottobre 1741 l’orazione inaugurale fu detta da Gennaro Vico, successo definitivamente al padre, il quale non mancò di ritoccarla nel manoscritto, serbato tra le carte vichiane ora della Nazionale di Napoli). Senonché, da rare ch’erano state sino al 1708, le infrazioni a quella norma divennero, da quell’ anno al 1731, sempre più quasi la regola (cfr. F. Nicolini, Monsignor Celestino Galiani citato più oltre, pp. 55-56) ; e, anche dopo che nel 1732 il nuovo cappellano maggiore Galiani ebbe, come s’è visto sopra (p. 88 ), restaurato l’uso antico, pare che le condizioni di salute del Vico inducessero il suo superiore ad affidare, d’anno in anno, quell’ incarico a insegnanti di materie diverse (nel 1736, per esempio, a Giovanni Ruggiero, professore di storia ecclesiastica, e nel 1737 a Giuseppe Pasquale Cirillo, lettore di istituzioni di diritto civile). Sia come si sia, le prolusioni disperse del Vico delle quali s’ ha notizia non superano le due. Della seconda si dirà a suo luogo (presente capitolo, paragrafo X). Circa la prima, la cui data può essere collocata approssimativamente nel 1713, il non breve passo, che, parafrasato in italiano, ne riferisce 1’ Autobiografia (Opp., V, pp. 13-15), mostra eh’essa trattava una volta ancora del metodo da seguire negli studi e nell’ insegnamento ; e che il Nostro colse quell’occasione per isvolgere alcuni dei principi enunciati già nel settimo paragrafetto della prima redazione delle Institutiones oratoriae (Opp.,Wlll, 161-62). Avvertire inoltre che, in un riassunto di poche righe, quella prolusione venne rifusa altresì nel secondo lemma della degnità xxi della seconda Scienza nuova {Opp., IV, capov. 159).

IX IL COMMENTO A GROZIO

Il Vico medesimo racconta {Opp., V, 39) che, intorno al 1716, per una ristampa che si doveva fare in Napoli (e pare non si facesse) del De iure belli et pacis, fu invitato ad ag-