Bibliografia Vichiana I

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PROLUSIONE DEL ITI 9

giungere alcune note, che, per altro, non solo non pubblicò, ma nel suo stesso manoscritto non condusse oltre la metà del libro secondo, « sulla riflessione che non conveniva ad uom cattolico di religione adornare di note opera di auttore eretico». Che quelle annotazioni fossero ispirate ai principi fondamentali del futuro Diritto universale (e quindi della futura Scienza nuova) dovrebbe essere tenuto per tanto più sicuro in quanto nel medesimo luogo il Nostro dà grande rilievo al fatto che proprio nel capolavoro graziano trovò lo stimolo a porre « in un sistema di diritto universale tutta la filosofia e la filologia». Comunque, egli aggiunge di averle stese, «più che al Grozio, in riprensione di quelle che vi aveva scritto il Gronovio ( Giovanni Federico ), il quale le vi appiccò più per compiacere a’ governi liberi che per fare merito alla giustizia». Probabile, dunque, che una almeno di codeste annotazioni vichiane fosse rifusa poi in due luoghi delle Correzioni terze alla seconda Scienza nuova (Opp ., IV, capovv. 1376 e 1397), nei quali, a proposito della cosiddetta « lex regia», Grozio viene difeso da una censura del Gronov, che, « a compiacenza della libertà olandese », gli avrebbe, al dire del Vico, rimproverato d’essere stato « adulatore della francese monarchia». Probabile altresì che qualche riecheggiamento delle note al De iure belli et pacis sia anche in ciò che, nella dedica al Von Harrach premessa alla traduzione belliana della Sifilide del Fracastoro (v. sopra pp. 89-90), viene detto circa le ragioni per cui gli studi di diritto pubblico non possono fiorire se non nei paesi retti a democrazia [Opp., VII, 27-28). Né, infine, è da escludere che qualcun’ altra di quelle note fosse riecheggiata nei tanti luoghi del Diritto universale e delle due Scienze nuove nei quali si discutono passi dei Prolegomena e del primo libro dell’opera groziana (v. Opp., 11, 111 e IV, indici dei nomi, sub « Grozio »).

X LA PROLUSIONE UNIVERSITARIA DEL 1719

Nell’ Autobiografia [Opp., V, 40) il Vico, insieme con la data, ne esibisce il titolo Omnis divinae atque humanae eruditionis elementa tria, nasse, velle, posse, quorum principium unum mens, cuius oculus ratio, aeterni veri lumen praebet Deus