Bibliografia Vichiana I

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SCIENZA NUOVA IN FORMA NEGATIVA

titolo Solemnis praelectio ad legem primam « Digesti » «De praescriptis verbis », ossia intorno a un frammento di Papiniano inserito, con molte interpolazioni, nel Digesto , XIX, 1, 1. Quasi protesta contro il giudizio offensivamente iniquo della commissione, il Vico non avrebbe frapposto indugi a pubblicare quest’altro scritto, se, a fargli cangiare parere (salvo poi a pentirsi di averlo cangiato), non fossero valsi gli « sconforti di falsi amici », tra i quali può ben darsi fosse, e nel proprio interesse, Nicola Capasse. Senza dubbio, il padre Casimiro Vitagliano e l’avvocato Domenico Caravita (1670-1770), l’uno collega universitario, l’altro « protettore » del Nostro, ne riceverono in dono due esemplari manoscritti, « col confronto de’ quali—scriverà il Vico medesimo —l’autore potrebbe stamparla, quando volesse ». Tuttavia non la pubblicò mai; e poiché tanto la minuta quanto quelle due copie sono andate disperse, bisogna accontentarsi degli accenni generici, disordinati, talora poco chiari e qualche volta inesatti che esibiscono YAutobiografia e il Catalogo delle opere del 1728 (Opp., V, 44-46 e 90, e cfr. ibid., pp. 118-19). Pure, riordinandoli e integrandoli col sussidio di vecchi libri e delle opere stesse del Nostro, il Nicolini ha potuto, se non altro, ricostruire l’ossatura di quella lezione disgraziata e indicarne le fonti (cfr. nell’ottavo volume della sua silloge, le pagine 288-97).

XIII LA « SCIENZA NUOVA IN FORMA NEGATIVA »

A ciò che se n’è detto sopra (pp. 34-35) va aggiunto, coordinando le scarse e sparse notizie che se ne hanno [Opp., V, 48-49, 71 e 181-84; e cfr. nella seconda parte del presente lavoro, sezione prima, capitolo secondo, numero 10), che col titolo Dubbi e desideri intorno alla teologia de’ gentili, era stata concepita originariamente, da un lato, come sviluppo della nuova teoria del mito quale storia ingenua e primigenia di fatti veri, e particolarmente di lotte sociali tra eroi e famoli, patrizi e plebei, e, dall’altro, come contrapposizione polemica di codesto neo-evemeristico criterio d’interpretazione delle favole al vecchio e ancora vulgato criterio naturalistico, amplissimamente esemplificato da Giovan Gherardo Voss (1 577-1649) nel De origine et progressu idolatrine, il cui sottotitolo è pre-