Bibliografia Vichiana I

PRIMA SILLOGE DEGLI OPUSCOLI

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decembre 1814 console napoletano in Toscana (Cuoco, Scritti vari, edizione citata più oltre, 11, 298-99, 363-64). A ogni mOC I O __ scriveva nei 1804 il Cuoco (negli ora mentovati Scritti vari, I, 314-15), « eransi a tale fine preparati molti materiali. Si era invitato il figlio di Vico, allora ancor vivo, a somministrare i manoscritti del padre. Si erano raccolte molte cose ancora inedite. Una parte di ciò che si era preparato » —e, tra l’altro, il De aequilibrio (v. sopra pp. 122-24) —« trovavasi in casa mia, un’altra in casa di quel mio amico che voleva far l’edizione, ed ambedue le case furono, nel saccheggio anglorusso-turco-napoletano, saccheggiate. Ed addio edizione di Vico !» .

V LA PRIMA SILLOGE DEGLI « OPUSCOLI »

Oriundi di Aquila degli Abruzzi, i De Rosa erano e sono un’antica famiglia di uomini di toga e di studio, le cui vicende s'intrecciano molte volte con quelle prima della vita, poi della fortuna del Nostro. Un Carlantonio, primo marchese di Villarosa (1638-1712), asceso in Napoli al reggentato del Collaterale e autore di parecchie opere giuridiche (cfr. Giustiniani, Scrittori legali del Regno di Napoli citati più oltre, 111, 122-25), viene qualificato dal Vico ( Opp ., V, 8) magistrato « di somma probità » ; e proprio lui (secondo continua a raccontare il Nostro), protettore ab antiquo di Antonio Vico, gli consigliò, intorno al 1684, di avviare quel suo figliuolo aU’avvocheria, non senza raccomandare il giovane, per l’esercizio della pratica forense, all’avvocato Fabrizio Del Vecchio. Rapporti col Vico ebbe altresì una figliuola di codesto primo Carlantonio, ossia Diana, moglie del conte Antonio Coppola, che persona diversa da quell’altro conte Antonio Coppola con cui il Nostro era stato in carteggio nel 1703 [Opp., V, 140-41) fu nel 1732 « compare d’anello » nel matrimonio della seconda figlia del filosofo, Angela Teresa Vico, con Francesco Antonio Basile (v. F. Nicolini, Giambattista Vico nella vita domestica, p. 49). Figlio d’un altro figliuolo di Carlantonio (Prospero, secondo marchese di Villarosa) fu quel monsignor Nicola de Rosa vescovo di Pozzuoli, che s’è già incontrato sopra (p. 96), e che nel 1741, quale cappellano maggiore interino, cooperò alle pratiche per la giubilazione del Nostro e il conferimento