Bibliografia Vichiana I

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PRIMA SILLOGE DEGLI OPUSCOLI

vicinane al padre Ciacco ; il suo amico Domenico Mastellone «si studiò di far minuta diligenza fra molti manoscritti che possedeva », e fornì anche lui alcune cosucce inedite, tra le quali le Cene suntuose de' romani (v. sopra pp. 83-84) ; il Daniele, quasi supplemento al già dato, inviò nel 1811 da Caserta due sonetti scambiati tra il Vico e il futuro cardinale Filippo Ilario Pirelli (v. Opp., V, 362-63 ; e cfr. più oltre nella parte seconda, sezione prima, capitolo terzo, numero 16). Et sic de caeteris. Infruttuose, per contrario, come si vedrà poi (parte seconda, sezione terza, capitolo primo, paragrafo 111, numero 2), restarono le ricerche che il Villarosa fece compiere a Venezia dall’abate lacopo Morelli (1745-1819), non solo bibliotecario della Marciana, ma egli altresì collezionista appassionato di opuscoli, stati già più d’una volta, tra lui e il Villarosa, oggetto di cambi. Ma, non ostante questa e altre delusioni, il bibliofilo napoletano, non intermettendo mai le sue ricerche, anzi proseguendole anche dopo la pubblicazione degli Opuscoli, finì col porre insieme un minuscolo, dacché è racchiuso tutto in una sola busta, ma prezioso archivio vichiano, i cui singoli pezzi sono indicati in un inventario pubblicato già dal Nicolini nell’ Appendice al Secondo supplemento, pp. 35-43, e che non è il caso di ristampare. Onde, ponendo a profitto gran parte del materiale raccolto in codesto archivietto e, insieme, gli spogli delle miscellanee mentovate sopra e le copie di altri opuscoli a stampa, il « marchese », come i vichiani del tempo lo designavano quasi per antonomasia, potè pubblicare quattro volumi, che, non si capisce perché, volle lasciare privi di numeri d’ordine. A ogni modo, il primo (Napoli, 1818, presso Porcelli, di pagine xxiv-328, con ritratto del Vico e due tavole), il secondo (stessa data, di pagine ix-394) e il terzo (Napoli, 1819, di pagine xn-394) recano il titolo « Opuscoli di Giambattista Vico, raccolti e pubblicati da Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa ». Nel frontespizio del quarto (Neapoli, MDCCCXXIII, apud fratres Fernandes, praesidibus annuentibus, di pagine iv-260, più quattro innumerate) è scritto, invece, latinamente : « Jo. Baptistae Vici Opuscula, a Carolo Antonio marchione Villarosae collecta et evulgata ». Il primo contiene una dedica a lacopo Morelli, 1’ « editore a chi legge », VAutobiografia con l’ Aggiunta dell’autore e l’addizione e le note dell’editore, le orazioni per la Cimmino e la D’Althann, le Cene suntuose de ’ romani. Il secondo : « l’editore