Bibliografia Vichiana I

DALLA SILLOGE DEL GORGIA A QUELLA DEL FERRARI

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sillogi del Ferrari e del Predar! o per altre ragioni, il Bettoni finì col non farne nulla. Onde prima raccolta di Opera selecta del Vico è quella a cui attese il valente archeologo Nicola Corda da Paviano presso Campagna in provincia di Salerno (18021890), il quale nel 1834 si fece curatore di due volumetti in ottavo piccolo, editi in Napoli, dalla tipografia della Sibilla, col titolo « Opere di Giambattista Vico, precedute da un Discorso di Giulio Michelet sul sistema dell’autore», e contenenti il primo (di pagine xvi-531, con ritratto e facsimile della scrittura del Nostro) una prefazione del raccoglile re, il Discorso del Michelet vólto in italiano, l’ Autobiografia con una scelta delle note del Villarosa, nonché l’ultima Scienza nuova ; e il secondo (di pagine 443) la traduzione montiana del Liber metaphysicus (v. sopra p. 17), le Risposte al « Giornale de ’ letterati », gli opuscoli italiani raccolti dal Villarosa, più le poesie. L’ anno appresso vedevano la luce, presso lo Hachette di Parigi, due volumi in ottavo di « QSuvres choisies de Vico, contenant les Mémoires écrits par lui-mSme, la Science nouvelle, les opuscules, les lettres, précédées d’une introduction sur sa vie et ses ouvrages » : volumi che, con la soppressione della Scienza nuova, ebbero anche una ristampa parziale in un solo dal titolo : Mémoires de Vico écrits par lui-mime, suivis de quelques opuscules, lettres, etc. (Bruxelles, Société belge de la Librairie, 1837), più due ristampe integrali : la prima nel primo volume delle QSuvres de M. Michelet (Bruxelles, Meline, Cans et Compagnie, 1840), la seconda parimente nel primo volume delle OEuvres complètes de Michelet (Paris, Flammarion, s. a., con l’indicazione « édition définitive, revue et corrigée »). Curatore, naturalmente, il Michelet, il quale vi ristampò la sua traduzione della Scienza nuova , aggiungendo ora versioni più o meno abbreviate, ora riassunti, ora semplici excerpta dell’Autobiografia, del De studiorum ratione, del Liber metaphysicus, del Diritto universale, delle Risposte, delle Vindiciae, del cosiddetto Giudizio su Dante, del De mente heroica, dell’orazione Hostem hosti infensiorem, del De parthenopea coniuratione e di talune lettere. Senonché, prima ancora che codesta silloge vedesse la luce, venivano diffusi già in Milano (luglio del 1834), l’uno in concorrenza con l’altro, i manifesti di due edizioni degli Opera omnia, che, polemizzando fieramente, andavano preparando due studiosi lombardi : Fran-