Bibliografia Vichiana I

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DALLA SILLOGE DEL GORGIA A QUELLA DEL FERRARI

cesco Predari da Griante (1809-70) e il tanto più rinomato Giuseppe Ferrari da Milano (1811-76). Per sollecitudine che si desse, il Predari non riuscì a impedire che i volumi secondo e terzo dell’ edizione del suo rivale vedessero la luce qualche mese prima della sua, la quale, per nitro, non andò oltre il primo volume, comparso via via a dispense e intitolato « Opere di Giambattista Vico per la prima volta compiutamente riunite con traduzioni e commenti di Francesco Predari, volume primo » (Milano, presso Sante Bravetta, tipografo-libraio, contrada Santa Maria all’angolo dei Due Muri, n“ 1402, 1835, di pagine cxii-845, più tre innumerate, in ottavo, con ritratto del Vico). Nella prefazione il curatore ringraziava quel Carlo Tirelli che, come s’è visto (p. 23), gli sarebbe stato generoso di chissà quante preziosità vichiane. Ma, a dire il vero, nessuna cosa inedita o rara venne raccolta in questo volume, il quale contiene soltanto : una dedica dell’editore ad Antonio Mazzetta (Milano, 27 novembre 1834) ; la prefazione del curatore ; un indice sommario d’un discorso che il medesimo curatore si proponeva di preporre, nel secondo volume, alla Scienza nuova ; VAutobiografia con una scelta delle note del Villarosa ; la seconda delle Orazioni inaugurali ; il De studiorum ratione ; il De mente heroica ; il Liber metaphysicus con le due Risposte ; il De uno con copiose note dell’editore ; il De constantia, seguito anch’esso da note, precedute, per altro, da un’ appendice esibente uno studio sul pensiero e particolarmente sulla fortuna del Vico, l’indicazione dei criteri adottati dal curatore nella sua edizione e polemiche contro i suoi critici, segnatamente contro il Ferrari. Bensì il volume fu rimesso a nuovo sia col sopprimere le pagine v-xvii, contenenti la dedica, la prefazione e il prospetto del discorso sulla Scienza nuova, sia col ristampare il solo frontespizio, cangiato nell’altro : « Opere scientifiche latine di Giambattista Vico con note, volume unico (Livorno, presso Giulio Sardi e figli, 1837)». Sembra, anzi, che codesto mutato frontespizio fosse redatto originariamente in latino e vi ricorresse il solecismo « cum notibus Francisci Predari » : il quale « cum notibus » scriveva Alessandro D’ Ancona al Croce Predari ebbe ». Il Ferrari, a sua volta, appose alla sua edizione, stampata in Milano dalla Società tipografica dei classici italiani, il titolo