Bibliografia Vichiana I

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DORIA - BULIFON - PARRINO

aveva preso a benvolere il futuro autore della Scienza nuova, riuscirono a porre quest’ultimo nelle buone grazie del viceré Medinaceli. £ poiché costui, al tempo stesso che s’avvaleva della propria autorità per farlo uscire vincitore dal concorso per la cattedra universitaria di rettorica (1698), lo aggregò all’ Accademia Palatina, fondata da lui (v. sopra p. 83), ciò equivalse pel Vico ad avere occasione di farsi apprezzare dai non pochi studiosi di merito che facevano parte di quel sodalizio, a cominciare dal più volte presidente Paolo Mattia Doria, il quale non tardò a divenire come uno degli amici più cari, così uno degli estimatori più fervidi del Nostro. Cfr. Vico, Opp., V, 140 e 139; Vili, 298. 4. A. Bulifon, D. A. Parrino. Senonché, sino a tutto il secolo decimosettimo, codesti riconoscimenti del valore del Vico erano restati impliciti o, anche se resi espliciti, non avevano avuto altre manifestazioni che orali. Per lo meno, le prime testimonianze scritte pervenute a noi intorno a lui non sono anteriori a quelle dei due librai-editori-giornalisti rivali, che, nei primi anni del secolo decimottavo, posero a rumore Napoli con le loro polemiche : il francese napoletanizzato, nonché gallispanofilo, Antonio Bulifon, ch’era anche « compare » del Nostro, e il napoletano, nonché austrofilo, Domenico Antonio Parrino. Dei quali il primo, in un suo giornale manoscritto, racconta che il 18 ottobre 1702 «si fe’ l’apertura degli Studi, secondo il solito, il giorno di san Luca, e il signore Giovanni de Vico fe’ un’erudita orazione, come lettore di rettorica», ossia recitò la prolusione a cui l’autore assegna erroneamente la data del 18 ottobre 1701 (v. sopra pp. 9-10). E l’altro, che, con l’ingresso degli austriaci a Napoli (1707) e la fuga del rivale, restò padrone del campo e compilatore d’ una striminzita Gazzetta dì Napoli a stampa, narra a sua volta che il 18 ottobre 1708, nell’occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, «il cattedratico di rettorica Giovan Battista di Vico recitò un’elegantissima orazione », cioè il De studiorum ratione, e che alla cerimonia inaugurale intervenne il viceré del tempo cardinale Vincenzo Grimani (? - 1710), il quale « vi si portò privatamente in carrozza col suo cameriere maggiore conte dell’Anguillara con molti regi ministri ». Cfr. Società napoletana di storia patria, cod. segn. XXVIII. c. 12, alla data del 18 ottobre 1702; Gazzetta di Napoli, numero del 23 ottobre 1708.