Bibliografia Vichiana I

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buhriana sarebbe stata la conclusione dei tentativi di critica negativa campiuti nel secolo decimottavo dal Bayle, dal Vico e segnatamente dal Beaufort. Non che il Niebuhr s’avvalesse delle ricerche di codesti suoi predecessori : che anzi, quanto al Vico, lo Schwegler ripete col Savigny che lo storico danese ebbe notizia della Scienza nuova soltanto dopo avere pubblicato l’opera sua e attraverso altri. Ciò, per altro, non impedisce al medesimo Schwegler di riconoscere che il Nostro « anticipò profeticamente », come le ricerche del Wolf su Omero, così « parecchie idee » del Niebuhr, e principalmente queste due : nell’avere considerata mitica la storia primitiva di Roma e nell’avere tentato di sostituire una nuova e più critica storia, a quella, del tutto falsata dalla tradizione, della costituzione romana. Si potrà osservare che, nel fare, quasi a denti stretti, codeste ammissioni, nemmeno Io Schwegler rende al Vico giustizia piena. Ma è già molto ch’egli non passasse sotto silenzio il nome dell’autore della Scienza nuova, dal momento che in Germania era invalso già l’uso di non ricordare mai quel nome nei libri di storia romana, e talora proprio nel rammentare i predecessori del Niebuhr, come, tra l’altro, mostrano tre lavori contro la Geschichte niebuhriana pubblicati mentre l’autore di questa era ancora vivo : lo studio inserito nel 1816 da Augusto Guglielmo Schlegel (1767-1845) negli Heidelbergische Jahrbiicher, l’altro dato nel 1819 da Ernesto Guglielmo Wachsmuth (1784-1866) nel medesimo periodico, e il libro già citato (v. sopra p. 269) che l’Eisendecker mise fuori nel 1829. Omissione che, presso quest’ultimo, assume sapore quasi comico, quando si pensi che nell’essenziale egli non fece se non plagiare il Duni, saccheggiatore a sua volta del Vico. Eccezioni a codesta, per dire così, congiura del silenzio furono in Germania anzitutto, come s’è veduto a proposito del Montesquieu (p. 289), il Bunsen ; e, qualche decennio dopo, l’hegeliano e marxista Ferdinando Lassalle (1825-64), il quale, dopo avere, per consiglio del Marx, letto la Scienza nuova nella traduzione della Beigioioso, tenne a riconoscere che il Vico contiene in germe tanto il Wolf quanto il Niebuhr. Meno sicuro del Vannucci nel rinvenire nella Geschichte del Niebuhr imprestiti dalla Scienza nuova si rivela Cesare Cantò nella Storia degli italiani. Di certo anche lui pone in rilievo che i due concordano nel « considerare poetica la natura della storia romana », nel « paragonarla alle più antiche »,