Bibliografia Vichiana I

SCIENZA NUOVA SECONDA

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lature di lunghi pezzi, nonché segni e numeri di richiamo a sostituzioni e giunte date altrove, fanno pensare fossero rispettivamente parte integrante delle Correzioni, miglioramenti e aggiunte terze e quarte, delle quali conviene ora fare parola. Poiché con la Scienza nuova seconda le une e le altre sono in rapporto non molto dissimile che le Notae col De uno e col De constantia (v. sopra pp. 29 sgg), è ovvio che avessero anche origine non diversa. Vale a dire, sin dall’aprile 1731, stanco di aggiungere postille nei margini di chissà quanti esemplari della Scienza nuova seconda, il Vico pensò di raccoglierle, insieme con quelle, tra le Correzioni, miglioramenti e aggiunte prime e seconde, che lo soddisfacevano ancora, in un particolare manoscritto, che, congiunto idealmente con uno dei due esemplari ora mentovati della Scienza nuova seconda, servisse altresì da originale per una nuova edizione dell’opera, quando congiunture favorevoli la rendessero possibile. Ebbero vita, per tal modo, le « Correzioni, miglioramenti e aggiunte terze, poste insieme con le prime e seconde, e tutte ordinate per incorporarsi nell’opera nella ristampa della Scienza nuova seconda », le quali, terminate «la vigilia di sant’Agostino, mio particolar protettore, l’anno 1731», ossia il 27 agosto, occupano i primi novantacinque fogli (190 pagine) d’un codice autografo, che, trovato tra le carte paterne da Gennaro Vico (1715-1806) e da Gennaro, negli ultimi suoi anni, venduto alla famiglia Frammarino, fu, intorno al 1862, acquistato dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, ove reca la segnatura XIII, D. 80. E quale posto importante esse occupino nello svolgimento del pensiero del Vico, può essere commisurato dal fatto che, oltre a non lasciare immutata quasi pagina della Scienza nuova seconda, recano in più ben quindici capitoli, nonché una larga appendice contenente due Ragionamenti, l’uno « dintorno alla legge delle XII Tavole venuta da fuori in Roma », 1’ altro « dintorno alla legge regia di Triboniano ». Meglio ancora : proprio in codeste Correzioni terze l’edizione del 1725 non solamente non è più presupposta, ma esplicitamente rifiutata : così come rifiutati sono del pari i due libri della dispersa Scienza nuova in forma negativa, i due del Diritto universale con le Notae correlative, il Liber metaphysicus, e, insomma, tutti gli scritti filosofici anteriori a quella che nel 1731 sembrava al Nostro forma definitiva del suo pensiero. « Exegi monumentum aere perennius » e « Nunc dimittis