Bibliografia Vichiana I

AUTOBIOGRAFIA

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dal Giannone, fu ch’essa era la cosa più « sciapita e trasonica che si potesse mai leggere »). Si spiega, dunque, perché, non senza scrivere al riguardo anche al Lodoli e all’Esperti, egli facesse il possibile per allontanare da sé quell’onore alquanto pericoloso. Nondimeno, premurato da tutte le parti, finì con l’annuire, a patto che il pubblico fosse avvertito delia sua riluttanza (Opp., V, 66-67, 209-10). E, avuta assicurazione che sì, già il 10 marzo inviava al Porcìa un manoscritto complementare, comprendente in primo luogo il brano finale dalle parole « Ma non altronde si può intendere » alle altre « con codesta sua ornatissima patria » {Opp., V, 48-54), ossia quello relativo alla mancata stampa delia Scienza nuova in forma negativa e alla conseguente composizione e pubblicazione della Scienza nuova prima (v. sopra pp. 34-37), vale a dire ad avvenimenti posteriori all’invio del primo pezzo ; in secondo luogo, intero o in parte, il catalogo degli scritti, soggiunto alla Vita propriamente detta (Opp., V, 89-91), e ch’è, almeno parzialmente, anch’ esso posteriore all’ invio del primo pezzo, dai momento che ricorda la Scienza nuova prima (ottobre 1725) e persino gli Ultimi onori in morte di Angiola Cimini (1727) ; per ultimo non si sa quali e quante correzioni e giunte da introdurre nel primo pezzo anzidetto. Ignote le vicende della stampa, la quale, a giudicare dalla scelleraggine dell’edizione, deplorata dallo stesso Vico, dovè essere lasciata all’arbitrio del tipografo, senza che alcun letterato la sorvegliasse. Non dubbia, invece, la data precisa di pubblicazione, da collocare tra gli ultimi giorni del giugno e i primi del luglio 1729, secondo appare non soltanto dal fatto che il volume non giunse a Vienna, portato colà da Apostolo Zeno da Venezia, se non appunto in quel luglio, quanto dall’ altro fatto che soltanto il 16 di quel mese e anno il Porcìa comunicava al Muratori essersi finalmente stampata la « Vita del Vico » (F. Nicolini, in Vico, Opp., V, 378 ; Vili, 258). Ciò non ostante, il millesimo 1728 reca il primo tomo della Raccolta di opuscoli scientifici e filologici di Angelo Calogerà (in Venezia, appresso Cristoforo Zane), ove, alle pagine 143-256, si legge la Vita di Giambattista Vico scritta da se medesimo, con annesso catalogo delle opere. Nel frattempo (1728), l’accademia degli Assorditi di Urbino, fondata già nel Cinquecento, veniva riordinata col consiglio e l’assistenza del Muratori, il quale, dopo avere, come s’è visto