Bibliografia Vichiana I

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AUTOBIOGRAFIA

tori avrebbero dovuti rielaborare. Senonché il Vi]larosa, che, morto il Daniele, restò solo a preparare l’edizione, seguì altro criterio. E, previe ricerche infruttuose del primo autografo (quello del 1725-28), ristampò anzitutto il testo Calogerà, introducendovi correzioni tipografiche e non tipografiche non sempre felici, sostituendo al breve riassunto ivi dato degli articoli del Ledere la traduzione integra di questi e la relativa lettera del Vico, e sopprimendo del tutto il Catalogo delle opere; indi pubblicò per intero, ma non senza illegittimi ritocchi di forma, la minuta deli’ Aggiunta, alla quale fece seguire una breve continuazione della vita del Nostro sino al tempo della morte, nonché sessantaquattro diffuse annotazioni, due delle quali erano state scritte dal Daniele. Preceduta da tre riproduzioni del testo Calogerà, premesse alle tre mentovate ristampe deH’ultima Scienza nuova pubblicate nel 1801, nel 1811 e nel 1816 (v. sopra pp. 53-54) ; seguita da un’altra ristampa del medesimo testo Calogerà, comparsa nel 1821 a Milano, pei tipi di Giovan Battista Sonzogno, nel primo tomo d’una Raccolta di vite e memorie di uomini illustri scritte da loro medesimi (e delia quale venne fatta anche una tiratura a parte col titolo Vita di Giambattista Vico scritta da lui medesimo) ; seguita altresì dalla ricordata traduzione tedesca del Weber (v. sopra p. 54), che la condusse anch’egli sul testo Calogerà; l’edizione Villarosa, inserita nel primo volume degli Opuscoli del Vico (1818), finì col diventare la volgala. Cominciò nel 1834 col ristamparla il Corda, che diè anche una scelta delle note villarosiane; la tenne presente l’anno appresso il Michelet, nell’inserire nelle OEuvres choisies de Vico i Mémoires écrits par lui-mime; la ristamparono poi, senza le note del Villarosa o, meglio, con non più di due o tre, il Predari e così pure il Ferrari nella sua triplice edizione del quarto volume delle Opere (1836, 1843 e 1853) ; la ridiè, con tutte le note del Villarosa, il Jovene nel primo volume della sua silloge (1840) ; e, per ultimo, la riprodussero senza le note i tre che esemplarono il testo Ferrari, ossia Alessandro D’ Ancona, alle pagine 87279 d’un volumetto della Collezione Diamante contenente le autobiografie di sette uomini più o meno illustri, ma che, nella loro eterogenia, si saranno alquanto stupiti di trovarsi insieme, e cioè del Petrarca, di Lorenzino de’ Medici, del Chiabrera, del Vico, di Raffaello da Monteiupo, del Fo-