Bibliografia Vichiana I

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AUTOBIOGRAFIA

non si pose mente, sino all’edizione del 1929, che sull’ora mentovata Occasione, soppressa nell’edizione del 1744, il Vico era pure tornato nelle Correzioni terze e quarte (v. sopra pp. 5152), e che in codeste due redazioni i brani che l’autore voleva rifusi in essa Aggiunta riappariscono arricchiti di giunte così ampie e importanti da potere, in certo senso, essere qualificate il testamento scientifico dell’ autore della Scienza nuova. Prescinderne, dunque, sarebbe significato interpretare le istruzioni del Nostro nella lettera, non nello spirito, ch’era di dare ne\VAggiunta all'Autobiografia la storia compiuta della seconda Scienza nuova. E dire ciò vale come dire che nell’edizione del 1929 è presa a fondamento, per questa parte, non la breve redazione della Scienza nuova seconda, bensì quella, più estesa, delle Correzioni quarte. Circa la terza cosa, è da osservare che, malgrado ciò, anche l’edizione del 1929 comincia a invecchiare, nel senso che alcune annotazioni andrebbero aggiornate, e che tra i due cataloghi anzidetti ne andrebbe inserito un altro, allegato a sua volta ad altra supplica del 1731 e serbato ancora inedito nello Hof-Haus und Staatsarchiv di Vienna nel fascio 122 della corrispondenza ufficiale dei viceré austriaci di Napoli. Tenere presente ancora che l’ Autobiografia, oltre che essere riprodotta per brani in parecchie delle antologie vichiane ricordate nell’ultimo capitolo di questa prima parte, è stata ristampata intera in tre volumetti divulgativi o scolastici. Nel primo (Milano, Istituto editoriale italiano, s. a., ma 1916, n. 46 dei Breviari intellettuali) ai tre pezzi di quella, riprodotti materialmente sull’edizione Croce (1911), cioè alla Vita, all'Aggiunta dell'autore e a quella del Villarosa, fanno séguito sette lettere. Il secondo fu pubblicato a Napoli, presso la vedova Geccoli, nel 1924. Il terzo (Napoli, Tipo-meccanica, 1937) reca altresì un’introduzione e note di M. F. Sciacca. Inoltre, con la data « Ithaca, New York, Cornell University Press, 1944», e con dedica al Croce e al Nicolini, è comparso testé, in elegante volume in ottavo di pagine x-240, « The autobiography of Giambattista Vico translated from thè Italian by Max Harold Fisch and Thomas Goddard Bergin », i quali, in una breve avvertenza preliminare, non mancano di ricordare gli aiuti di vario genere ricevuti da G. H. Sabine, James Hutton e Giuseppe Cherubini. Della lunga e importante introduzione del Fisch (pp. 1-107) si discorrerà nella seconda