Bibliografia Vichiana I

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CARTEGGIO

fu preposta da costui alla sua opera Dell’animo umano (Venezia, 1730). Una a Gerardo de Angelis del 26 decembre 1725 fu divulgata nel 1783, e sembra a cura di Francesco Mario Pagano, dalla rivista napoletana intitolata Scelta miscellanea. Una dell’abate Giuseppe Luigi Esperti, senza data ma dei primi del 1726, formò argomento d’un opuscoletto di viii pagine, che, curato da Francesco] S[averio] E[sperti] e privo d’indicazioni tipografiche, ma stampato in Napoli nel 1787, reca il titolo Lettera di Giambattista Vico all’abate allora, poi monsignore don Giuseppe Luigi Esperti, prelato domestico nella corte di Roma. Una al gesuita Edoardo de Vitry del 20 gennaio 1726 fu intercalata nel 1817 dal Callotti nella prefazione alla sua edizione della Scienza nuova prima, donde passò nelle tre ristampe napoletane che si fecero di quell’edizione (v. sopra p. 40). Una del 12 gennaio 1729 a un « signor don Francesco » —che s’è creduto, sino a una quindicina d’anni fa, il discepolo del Vico Francesco Solla, ma che il Nicolini, in Vico, Opp., V, 389-90, ha dimostrato essere, invece,Francesco Saverio Esteban venne esibita nel 1818 dal Giordano nella Lettera ed altri pezzi inediti citati sopra (p. 54) ; nel quale opuscolo fu ristampata altresì la lettera all’ Esperti mentovata or ora, e, naturalmente, tanto questa quanto quella al « signor don Francesco » passarono nelle due ultime delle qui sopra ricordate ristampe dell’edizione Callotti della Scienza nuova prima. Per ultimo quattro del Daun, 11 ottobre 1707 ; dell’Athias, 25 febbraio 1726 ; al Mencken, 19 ottobre 1729 ; del Cardinal Neri Corsini, 6 gennaio 1731 • inserite dal Vico, integralmente o per brani, ne\V Aggiunta alrAutobiografia (nella quale Aggiunta vennero intercalati altresì tanto i brani delle quattro date già nell’ Occasione di meditarsi quest’opera, quanto la mentovata lettera al principe di Scalea) ; più un’altra al Ledere del 18 ottobre 1723, ricopiata dal Nostro nel quadernetto contenente la traduzione degli articoli dell’erudito ginevrino (v. sopra p. 64) ; più un’altra ancora del Montealegre del 21 luglio 1735, trascritta dal Villarosa nella sua addizione all’ Autobiografia — in unum sei,—videro la luce nell’edizione villarosiana di essa Autobiografia, vale a dire nel primo volume degli Opuscoli vichiani. Veramente, codeste sei lettere, appunto perché al pari delle altre date nella Vita propriamente detta e nell’ Aggiunta correlativa—inscindibili da\VAutobiografia, non sogliono essere noverate nel carteggio. A ogni modo, il Villarosa, nel consa-