Bibliografia Vichiana I

CAPITOLO SESTO SCRITTI STORICI

I LA « VITA DI ANTONIO CARATA »

Fu commessa al Nostro dal suo giovane discepolo Adriano Antonio Carafa (1695-1763), il quale, nipote ex fratre ed erede del biografato nato a Napoli nel 1642, morto a Vienna nel 1693 e giunto, oltre che al grado di feldmaresciallo austriaco, anche a ricchezze immense, pose a disposizione del suo antico maestro una racconta il Vico (Opp., V, 38-39, e cfr. 92) secondo appare così dal testo come dalle non molte e non sistematiche citazioni a piè di pagina, il prezioso archivio privato del defunto, giunto a Napoli da Vienna nel 1696 e oggi, purtroppo, quasi tutto disperso. E sebbene, esplicitamente, il Vico non rimandi mai ad altre fonti, è risultato tuttavia dagli studi del Nicolini che il Nostro non solo s’avvalse qua e là (per esempio, nel discorrere della Dacia antica) del Lexicon universale dello Hofmann, ma raccolse quasi tutti i dati di fatto relativi alla vita pubblica e privata ottomana dalla Historia della repubblica di Venetia in tempo della sacra lega contro Maometto IV, ecc., lavorata dal veneziano Paolo Garzoni (1652 C.-1719 c.) sui dispacci e le relazioni dei baili veneti a Costantinopoli e cominciata a pubblicare a Venezia nel 1705. Preso tutto il giorno dall’insegnamento pubblico e privato, il Vico non poteva consacrare alla nuova fatica se non le ore serotine. Naturale, dunque, secondo continua a raccontare