Bibliografia Vichiana I

CONGIURA NAPOLETANA DEL 1701

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quasi tutti i mille esemplari dell’edizione, la quale, parte venduta, parte donata, s’esaurì in una quindicina d’anni (Vico, Opp., V, 92). Anzi non è da escludere che il Nostro sperasse di darne fuori una seconda. Per Io meno, tra le sue carte possedute già dal Villarosa e ora dalla Nazionale di Napoli esistono tuttora, autografe, una cinquantina di Emendationes in historiam Caraphae, pubblicate dal Croce nella vecchia Bibliografia, pp; 111-12, e rifuse nella riedizione dell’opera data dal Nicolini nel sesto volume della sua raccolta (pp. 1-800). Non così nelle quattro mere ristampe antecedenti, esibite dalle altre sillogi del Ferrari (prima e seconda), dello Jovene e del Pomodoro.

II RAGGUAGLIO STORICO DELLA CONGIURA NAPOLETANA DEL 1701

La storia della composizione di questo scritto è come avvolta da un velo misterioso, che il Nicolini ha procurato di diradare in un’ampia memoria che verrà citata a suo luogo, e nella quale sono stati studiati altresì i codici che sopravvanzano di questo gioiello così letterario come storico. Pertanto, senza scendere a particolari minuti, basterà riassumere le conclusioni dell’anzidetta memoria, che sono queste : 1. Dell’opera restano due redazioni, che, perfettamente simili per ossatura, differiscono, invece, quasi sempre per forma letteraria e non di rado anche nei particolari di qualche fatto singolo. 2. La data di composizione di entrambe non anteriore ai primi mesi del 1703, non posteriore agli ultimi del 1704 può essere collocata quasi sicuramente nella seconda metà del 1703. 3. S’hanno indizi che l’opera venisse scritta per incarico ufficiale del marchese di Villena, ultimo viceré spagnuolo di Napoli (febbraio 1702-agosto 1707), il quale, a scopo propagandistico, avrebbe voluto porre in cattiva luce, presso l’opinione pubblica europea (donde la necessità di affidarsi a buona penna latina), i congiurati e la causa che essi avevano sostenutale, divenuti quasi tutti fuorusciti, sostenevano ancora (quella absburgica o austriaca), e in bella luce i repressori della congiura e la loro causa (quella borbonica o gallispana). E s’hanno indizi altresì che, avendo il Vico fallito lo scopo a causa del