Bibliografia Vichiana I

80

CONGIURA NAPOLETANA DEL 1701

suo irrefrenabile amore del vero, lo scritto fosse trovato impubblicabile dai due ai quali il viceré lo avrebbe dato a esaminare Antonio Giudice principe di Cellammare e Restaino Cantelmo duca di Popoli, e restasse perciò inedito, senza che l’autore, per una più che spiegabile timidezza politica, vi accennasse pure da lontano così ne\V Autobiografia come nei vari cataloghi delle sue opere. 4. Dei nove codici che lo contengono, otto dei quali due serbati tra le carte vichiane già del Villarosa e ora della Nazionale di Napoli; due, nella collectio del Croce; uno, di pugno del già mentovato Gian Vincenzo Meola e segnato 1X.C.36, nel vecchio fondo dell’anzidetta Nazionale ; due, recanti le segnature 1.3.46 e 1.5.29, nella Municipale (già Cuomo) di Napoli ; uno, nella biblioteca della Società napoletana di storia patria, ov’ha la collocazione XXIV. b. 12 sono copie più o meno tarde (seconda metà del Sette o prima dell’Ottocento), e tutte molto scorrette e talora lacunose, della prima stesura, intitolata in tutte «De parthenopea coniuratione IX kalendas octobris MOCCI a lohanne Baptista a Vico, regiae eloquentiae professore, conscripta ». Un codice solo ci ha serbato la stesura definitiva, e, a renderlo ancora più prezioso, vale il fatto che, esemplato con molta eleganza da un calligrafo di professione e riveduto con grande diligenza dal Vico il quale, oltre che emendare di suo pugno non pochi svarioni dell’ amanuense, introdusse anche in margine un’aggiunta autografa. potrebbe anche essere, eventualmente, il testo presentato al Cellammare e al Popoli per l’esame. Le cinquantacinque carte scritte, di cui consta, non recano alcun titolo o indicazione di autore : bensì sul dorso della tarda e rozza legatura in cartone grezzo una mano aliena appose una dicitura che, integrando le molte lettere oggi svanite, può essere letta: |j. B. vici] principvm NEAPOLITANO RVM CONIVRATIO[nIS ANNI] MDCC[I HISTORIA] » . Né, infine, è privo d’interesse ricordare che il codice emigrò in tempo incerto (e forse sin dal Settecento) fuori Napoli ; capitò in possesso di Guglielmo Libri (1803-69) ; il 28 marzo 1859, senza il nome del Vico, anzi come di autore ignoto, fu, insieme con altri manoscritti della collezione Libri, acquistato all’asta pubblica, per diciassette scellini, da sir Thomas Phillips (1792-1872) per la sua regale collezione di manoscritti di Thirlestane - House (Cheltenham) ; dissipata questa, venne rimesso all’ incanto in Londra il 5 giugno 1899 e comprato