Bibliografia Vichiana I

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NEI FUNERALI DI GIUSEPPE CAPECE E CARLO DI SANGRO

ronàta, e Carlo di Sangro, decapitato in Napoli il 3 ottobre successivo. Pertanto, subito dopo che, mediante l’occupazione austriaca di Napoli (8 luglio 1707), i due, da rei di alto tradimento, divennero martiri della causa che ora trionfava, il viceré conte Weirich von Daun, conforme ordini da Barcellona di Carlo d’Austria, disponeva che le salme dai fossati di Castelnuovo venissero solennemente trasferite nella chiesa di San Domenico Maggiore. E qualche mese dopo (11 ottobre 1707) commetteva al padre Benedetto Laudati, che s’incontrerà anche nella seconda parte del presente lavoro (sezione prima, capitolo primo, numero 13), l’orazione funebre, e al Vico gli altri componimenti del caso, vale a dire tre iscrizioni commemorative una pel vestibolo della chiesa e due pel tumulo, quattordici « emblemi » in forma di distici sotto altrettanti quadri di argomento storico-eroico, dipinti certamente sotto la direzione del Nostro, nonché quattordici « motti sentenziosi » in forma epigrafica. La traslazione delle salme ebbe luogo il 23 febbraio 1708 : i funerali veri e propri, la mattina del 24. E perché ne restasse memoria, fu stampato, a spese pubbliche e a cura del Vico, il volume intitolato : « Publicum Caroli Sangrii et Josephi Capycii, nobilium neapolitanorum, funus, a Carolo Austrie, 111. Hispaniarum, Indiarum et Neapolis rege, indictum et ab illustrissimo excellentissimoque viro Wirico comite de Daun, Josephi Caesaris militum tribuno, eiusque copiis in Regno neapolitano cum summo imperio praefecto et Regni moderatore pro-rege, curatum (Neapoli, typis Felicis Mosca, anno MDCCVIII, permissu publico) ». Contiene : una dedica epigrafica a Carlo d’Austria, scritta in nome del Daun dal Vico; una sobria descrizione dei funerali, compilata parimente dal Nostro; l’orazione del Laudati; una riproduzione in rame dell’ altare, del tumulo e dei quattordici dipinti allegorici, insieme con le altre composizioni del Vico. Le quali tutte furono ristampate, nelle loro sillogi rispettive, dal Ferrari (due volte), dallo Jovene, dal Pomodoro e dal Nicolini (VII, 263286), salvo la dedica a Carlo d’Austria, riprodotta dal solo Nicolini.