Bibliografia Vichiana I

PICCOLI SCRITTI STORICI

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IV PICCOLI SCRITTI STORICI E DI ERUDIZIONE STORICA

1. Delie cene suntuose de’ romani. Questa memoria, recitata nel 1698 o 1699, nel prendere possesso del seggio accademico neirAccademia Palatina di Napoli, istituita nel 1697 dal penultimo viceré spagnuolo don Luigi Lacerda duca di Medinaceli, fa parte d’un ciclo di conferenze di parecchi soci intorno alla storia romana nel periodo dell’lmpero e del Basso Impero. Né si tratta di compilazione o quasi compilazione : per contrario, nello stenderla, il Vico, come ha mostrato il Maiuri in una memoria, ancora inedita, presentata alla risorta Accademia Pontaniana (1945), attinse principalmente a una fonte allora peregrina, quale la Cena di Trimalcione di Petronio, pubblicata primamente nel 1664. Disperso oggi, il manoscritto originale di questa dissertazione vichiana venne, secondo gli statuti, consegnato, subito dopo la lettura, al segretario dell’accademia Nicola Sersale, il quale, come tutto fa supporre, dovè a sua volta, dopo la soppressione di questa (febbraio 1702), rimetterlo, insieme con quelli di tutte le altre memorie (centoventicinque), al factotum dell’Accademia stessa, ossia all’abate Federico Pappacoda. Certo è che sei grossi volumi, nei quali nel 1715 erano state ricopiate tutte quelle memorie, furono visti, prima del 1775, da Giuseppe Pasquale Cirillo presso Giuseppe Pappacoda principe di Centola, dal quale doverono poi passare alla famiglia Mastellone, che, a ogni modo, li possedeva nel 1811 e da cui, dopo il 1820, doverono, direttamente o indirettamente, essere ceduti alla Biblioteca Borbonica di Napoli, ora Nazionale, ove recano le segnature XIII. B. 69-73 e XII. G. 58. Primo a pubblicare la memoria vichiana fu nel 1818 il Villarosa (Opuscoli del Vico, I, 309-28), il quale si servì d’ima copia esemplata per lui precisamente da un Mastellone (Domenico), e che, seguito dai posteriori editori (Corcia, Ferrari, Jovene, Ferrari per la seconda volta, Pomodoro e Luzzatto, nell’antologia ricordata nell’ultimo capitolo, paragrafa IX, di questa prima parte), i quali ristamparono puramente e semplicemente il suo testo, non solo attribuì allo scritto la data