Bibliografia Vichiana I

PICCOLI SCRITTI STORICI

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due volte dal Nicolini : ne\VAppendice al Secondo supplemento alla vecchia Bibliografia (pp. 85-93) e nel sesto volume della sua silloge (pp. 389-400). 3. Per una divisata storia di casa Borbone : frammento. In una sua consulta del 24 febbraio 1744 (cfr. Vico. Opp., V, 308) monsignor Celestino Galiani poneva in rilievo che tra le carte lasciate dal Nostro s’erano trovati soltanto « pochissimi fogli d’introduzione alla storia, che il dotto vecchio aveva intrapreso di scrivere, della conquista del Regno » per opera di Carlo di Borbone : « fatica, che non potè poi da lui tirarsi innanzi per mancanza delle necessarie notizie ». E, naturalmente, basta ciò a fissare nel 1735, data della nomina del Vico a istoriografo regio, il dies a quo della composizione di quei pochi fogli introduttivi, nei quali il Nostro aveva cominciato a tracciare in latino una storia di casa Borbone. Senonché codesti fogli sono andati dispersi, e non ne è restato se non il facsimile del primo, intercalato dal Ferrari, quale saggio della scrittura vichiana, nel primo volume della sua silloge, e edito dal Nicolini alla pagina 415 del sesto volume della sua. 4. Cenni storici d’ un convento medievale campano : San Lorenzo d’Aversa. Hanno forma d’iscrizione, che, stesa probabilmente tra il 1732 e il 1733, doveva essere apposta, e pare non fosse, sulla facciata di quella badia, in occasione forse d’un restauro eseguito o cominciato nel 1728. Pubblicati primamente dal Viilarosa nel Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti del 1833 (IV, 113-16), furono riediti dal Nicolini nella citata Appendice al Secondo supplemento, pp. 72-73, e nel sesto volume delle Opere, pp. 417 - 18. Cfr., per un riassunto inserito dal Vico nell’ultima Scienza nuova, Opp., IV, capov. 1056. 5. Cenni biografici di alcuni cappuccini insigni. Rifacimento ab imis di diciannove brevi profili epigrafici, compilati già dal padre Bernardo Maria Ciacco e da apporre sotto altrettanti ritratti da dipingersi in giro al chiostro del convento di Santa Maria degli Angeli di Arienzo. Non si conosce se quei ritratti fossero effettivamente dipinti e se, nel-