Bibliografia Vichiana I

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PICCOLI SCRITTI FILOSOFICI E CRITICI

Ferrari I e II (nel sesto volume delle sue sillogi), dello lovene e de! Pomodoro ; non in quella del Nicolini, che, sulFesemplare postillato ora mentovato, ha restituito tutte le originarie forme vicinane. Vedere il settimo volume della sua raccolta, pp. 1-22, e, per la correzione di qualche erroraccio di stampa, Vili, 226.

II PICCOLI SCRITTI FILOSOFICI E CRITICI

Sotto questa intitolazione generale il Nicolini raccoglie nella sua silloge (VII, 23-82), ricollazionati sulle edizioni originali, sette componimenti, ai quali assegna i titoli che seguono : 1. Sul diritto naturale delle genti : a proposito della presentazione della seconda Scienza nuova a monsignor Ernesto von Harrach (1731) ; 2. Le accademie e i rapporti tra la filosofia e l’eloquenza: discorso pronunciato nella quarta inaugurazione dell’accademia degli Oziosi in casa di don Nicola Salerno dei baroni di Lucignano (gennaio 1737) ; 3. Poesia e oratoria : premessa alle Rime scelte di Gherardo degli Angioli (Firenze, 1731) ; 4. Idea d’una grammatica filosofica : a proposito della Grammatica di Antonio d’Aronne (1740 circa); 5. Le traduzioni poetiche, il « De rerum natura » di Lucrezio e Vantichità e nobiltà della medicina: prefazione alla Sifilide di Girolamo Fracastoro tradotta da Pietro Belli (1731) ; 6. L’epistola di Orazio ai Pisoni al lume della « Scienza nuova » ; note in margine (dopo il 1730) ; 7. Discoperta del vero Dante, ovvero nuovi principi di critica dantesca: a proposito del commento d’un anonimo alla Commedia (1728 o 1729). Il primo e il quinto furono inseriti, quale dedica e prefazione, nelle prime ventiquattro pagine innumerate del libriccino : «La Sifilide di Girolamo Fracastoro, tradotta da Pietro Belli e dedicata all’ eccellentissimo e reverendissimo monsignore Ernesto de’ conti d’Harrach, auditore della Sacra Ruota romana (in Napoli, presso il Parrino, 1731, con licenza de’ superiori)». Di questo libriccino (che dà alle pagine 1-57 la traduzione del Belli e alle pagine 59-104 il testo latino) non si conosce se non l’esemplare serbato nella collectio del Croce. Non s’è rinvenuto l’altro tenuto presente dal Villarosa nei ristampare pel primo i due scritti, passati poi nelle sillogi del