Bibliografia Vichiana I

PICCOLI SCRITTI FILOSOFICI E CRITICI

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thecae analiticae, MDCCCXVIIJ, di pagine xxxv, più Ire innumerate, in ottavo) : opuscolo del quale il Giordano diè anche un' « editio secunda » (Neapoli, ex regia typographia, 1829, di pagine 113, più tre innumerate, in ottavo), nella quale, con criterio discutibile, aggiunse, a riscontro del testo oraziano, la versione italiana de! Metastasio e, quasi complemento delle postille vichiane, le chiose del poeta cesareo, sovente agli antipodi con quelle. E a piè di pagina del testo oraziano e, conseguentemente, in carattere piccolo o piccolissimo, le note del Nostro furono ristampate non solo dal Ferrari (I e II), dallo Jovene e dal Pomodoro, ma altresì in una pubblicazione scolastica di G. V. Beisani : «Il libro dell’ Arte poetica di Quinto Orazio Fiacco, nuovamente pubblicato, con raggiunta del commento latino di G. B. Vico e con illustrazioni storicoletterarie, ad uso de’ licei d’ltalia » (Napoli, Domenico Morano, 1875, di pagine viii-110, in sedicesimo). A diverso criterio tipografico s’è ispirato, invece, il Nicolini a che quelle note in margine, da cosa principale, quale diventano in tal caso, non degradassero ad accessorio. Per altro, anche 1’ edizione Nicolini dovrà, in un’eventuale ristampa, tenere conto, in un’appendice, dello scritto che col titolo «In Artem poeticum Q. Horatii Flacci » occupa le carte 44-55 del codicetto inedito vicinano che verrà descritto quaggiù nel capitolo ottavo, paragrafo 111, numero 3. Di certo, a chi si fermi soltanto al titolo, il commento recato da codesto codicetto potrebbe sembrare mero duplicato dalle note pubblicate primamente dal Giordano. Ma si tratta di lavoro ora più ampio ora più stretto, e a volte del tutto diverso, secondo ha mostrato il Nicolini stesso in un particolare studio che verrà citato nella seconda parte del presente lavoro. Infine il settimo scritto, dato primamente, e col titolo Giudizio sopra Dante, dal Villarosa, che tenne presente forse una minuta oggi dispersa, fu ristampato nelle raccolte del Ferrari (I e II), dello Jovene e del Pomodoro con la data cervellotica di «dopo il 1732 ». Ma che si debba risalire a un tempo anteriore non solo al 1732 ma al 25 decembre 1729, cioè al giorno in cui il Vico cominciò a scrivere la seconda Scienza nuova (v. sopra p. 47), appare chiaro dal fatto che, anziché a questa, egli rimanda ancora alla Scienza nuova prima con le annesse Annotazioni : il che, d" altro canto, non consente d’andare più indietro del marzo 1728, tempo in cui codeste