Bibliografia Vichiana I

COMMEMORAZIONI, ALLOCUZIONI, ELOGI

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ottavo) : raccolta, die, mostrata primamente, nei vari manoscritti, al Santostefano, che in un punto volle ritoccata VOratio vichiana (cfr. Opp., Vili, 93, in nota), gli venne poi presentata ufficialmente a stampa tra il 25 e il 27 marzo 1696. Per le ragioni ricordate più oltre nella seconda parte (sezione prima, capitolo terzo, numero 19), né deH’Orotio né dei componimenti poetici che le tengono dietro furono indicati gli autori rispettivi. Senonché da postille marginali aggiunte dal Vico medesimo nell’esemplare posseduto da lui, e serbato ora tra le carte vicinane già del Villarosa. appare che, oltre il Nostro, collaborarono alla miscellanea Giuseppe Lucina, Gregorio Calopreso, Saverio Panzuti, Agostino Ariani, Vincenzo d’lppolito, Giuseppe Cavalieri, Giovati Lorenzo Acampora. Giambattista di Palma, Giuseppe Porcella, Michele Vargas-Machuca, padre Agostino delle Scuole Pie, Giuseppe Macrino, Ignazio Rava, Giuseppe Toma, Giovanni Antonio Mastrocinque, Gregorio Messere, Carlo Rossi e Carlo Susanna. Altri due esemplari si serbano nella collectio del Croce, e in uno una mano diversa da quella del Nostro aggiunse talora a penna i nomi degli autori. Senonché il non bene informato postillatore sbagliò più d'ima volta, a cominciare ò-àW Oratio, in calce alla quale segnò il nome d’un ignoto e forse inesistente «Garolus de Vivo ». Tenere presente ancora che di codesta Oratio esiste, tra le ora mentovate carte vicinane, anche una copia a penna, la quale, di fronte alla stampa, appare un testo molto meno rifinito, ma che, sebbene di scrittura diversa da quella del Nostro, reca tuttavia in margine un suo non breve emendamento autografo. Per ultimo, tra le ristampe così di questo scritto come degli altri indicati qui sopra coi numeri 2, 3 e 8, prima fu quella del Daniele, riprodotta materialmente dal Villarosa, dal Ferrari (I e II), dallo Jovene e dal Pomodoro. Quanto all'elogio funebre di donna Caterina Antonia de Aragón, è da premettere che i funerali napoletani di lei, morta in Ispagna il 16 febbraio 1697, ebbero luogo informano nei loro dispacci gli agenti diplomatici del tempo, apparati sontuosi, musica squisita, concorso infinito e applauso universale», il 26 aprile nella chiesa del Carmine Maggiore. E, dal canto suo, il Nostro racconta [Opp., V, 24) che in quella congiuntura furono composte tre orazioni : la prima, in greco, da Carlo Rossi; la seconda, in latino, da lui, Vico, col titolo « In funere excellentissimae Catharinae Aragoniae Segar-