Bitef

sta, a ako pozorište postane bljutavo, cime cento ga soliti? Majka je izmislila porodicu, znači ne samo grčko, englesko ili napolitansko pozorište. Majka je kazała: ti si budalasti sin, ti si otac, ti Ijubavnik, ti bludna kéi, ti stari imbecilni deda, a ti mladi pustolov. Barry Lyndon je mladi pustolov, katolik i frac, koji veruje da može biti prepreden. Barry Lyndon je pozorišni predtekst za ovu predstavu, ponekad ironičan i spor, ponekad, opet, treptav, kao u samrtnićkom monologu Emmae Bovary, ili kada Justinea drži lekeiju gradaninu Sadeu, ili kada Marcolina prekoreva Casanovu - i eto, pojavljuje se jedna Venecia nalik snu - u pozorištu sve može da se desi. U pozorištu čak i jedan frižider može da dobije reč, slike, zvuke mutike i glasove koje raspaljuju glumci. □

Sei di scena, Belleza E la scena, un giorno, si ribellò. Disse basta alla violenza dello strip imposto, obbligatorio. Basta al denudamento gratuito, fintosimbolico, immagine della ribellione artistica degli anni Sessanta e Settanta. Basta agli interpreti sacrificali e feroci, pronti a esibire grazie non sempre ineccepibili in nome della liberazione sperimentale. Basta agli spettacoli da sorbire in souplesse fino al momento fatidico, immancabile, del sesso teatrale, calar di gonne e di pantaloni in un’orgia quasi mai elegante, quasi mal orrida in senso estetico, quasi mai intrigante. Basta al frisson voyeuristico da piccola provincia in fase disinibitoria coatta.

Da qualche tempo, ormai, tutti quanti, e non solo in Italia, abbiamo recuperato desideri di armonia; voglie di teatro euritmico, esigenze di bellezza. Strano ma vero. Nel cinquantenario dannunziano, tornando a disquisire di libertinaggio, d’orgia delle belle forme, di sconvolgente modernità del decadentismo, possiamo censire i molti casi di rivìncita del senso sul sesso, del piacere sul dovere. A teatro, la sera, dopo le seennesioni diurne, la collezione di rumori frustranti e di immagini disordinate che la giornata solitamente dispensa, tocca magari in sorte la bella féerie di qualche cervello, piena di ammiccamenti, di lusinghe, di linee giuste, di voluttà, di lusso dandystico. La sensualità in palcoscenico rivendica il potere di sconvolgere suggerendo, di irretire senza clamore attraverso la seduzione sottile che si sprigiona dal ballo del Bello. Si rifa strada, nelle scelte dei registi, il benedetto, sottile razzismo di chi esige la persona giusta al posto giusto. L’eloquenza pedante dei brutti e cattivi, l’assalto

dei cellulitici, il sesso scenografato e terapeutico dei barricaderi recentemente trascorsi, le imposizioni dei disinibiti per forza, lasciano il passo alla Forma non gratuita, a paradisini ora spiritosi ora immensi, in cui la gente si muove secondo armonia. Per le carmelitane dei Dialoghi di Bernanos, opera ultima di Luca Ronconi, la attrici si spogliano purissimamente di sè, secondo giustizia. Al Valle di Roma, nell’edizione di T’ho sposato, per allegria della Ginzburg firmata da Antonio Calenda, una irriconoscibile Maddalena Grippa ha strizzato l’occhio tutte le sere agli spettatori da dentro guepieres vedo/non vedo degne - in modo parodistico, ma non per questo meno erotico-deWalcova di Elena Muti e Andrea Sperelli nel Piacere di D'Annunzio. E al teatro della Piramide, sìntesi pressoché perfetta del nuovo look, è in scena il Barry Lyndon di Antonello Aglioti, vacanza visionaria piena di bellezza che declina emblematicamente il trionfo dei sensi, il potere delle icòne ben scelte. Aglioti, al suo