I Tonini storici di Rimini
debba prima sapermi grado del più ch’egli vede che non rimproverare a me che non vidi », Semplice e manifesta equità, contro la quale è pure usitato peccare. Ma noi non peccheremo, che il peccato sarebbe qui troppo grande. La storia di questa città nel suo cosi lungo percorso è fertile ancora di questioni e sparsa di ombre; così sia ella ricca di luce nel suo propagarsi avvenire. Qual maraviglia? e quando mai potè uno storico scrìvere a dirittura fine in fine al suo libro, e aver per chiuso un processo di natura sua illimitato? Come scriveva il Garampi, nella materie storiche resta sempre aperto un largo campo per accrescere le nozioni precedenti o per meglio rettificarle e correggerle. Ed esso Luigi Tonini scriveva, e Carlo ne ripigliava la parola, che, a cui piacesse correggerlo nei debiti modi, fosse pur certo della sua docilità e riconoscenza. Il che richiama il detto di un altro riminese, di un riminese che i Tonini molto ammiravano e in questo è di certo ammirabile ; ben è infelice colui, scrisse Aurelio Bertela, che può sacrificare alia vergogna di contradirsi il piacere di dire il vero. Mentre dunque gli studi critici fioriscono vigorosi e rigorosi, cresciuta all’estremo la cura dell’indagine e del documento, fatto viepiù certo e severo il metodo, è da augurare che anche la storia di Rimini continui a essere nobile obietto a cercatori valenti : e voi sapete, e lo so io e me ne allieto, che così appunto continua. Ma i nuovi studiosi, e quanti di noi vogliamo essere probi e sereni al giu-
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