Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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(Tavonna), tutti del secolo X, ed altri cortamente che sfuggono a questa nostra sommaria rassegna. & % L’ordine Benedettino, uno di regola, con l’evoluzione dei tempi e per le peculiari direttive d'uomini eminenti che ne facevano parte, diede luogo a parecchie filiazioni, le quali si differenziarono dalle Costituzioni primitive o por averle attenuate, o per averle rose più rigido ed austere. Cosi si ebbe nel 1012 l’ordine Camaldolese, fondato da S. Romualdo; nel 1039 l’ordine dei Vallombrosani, fondato da S. Giovanni Gualberto (?-1063); e nei tempi normanni l’ordine Certosino istituito da S. Brunone nel 1084 ; l’ordino Cistercense fondato nel 1098 da S. Roberto Abate di Molesme (detto puro dei Bernardini da S. Bernardo abate dì Chiaravalle in Francia che ne fu zelante promotore nei primordi dei secolo XII) (258); la congregazione di Montevorgine (Avellino) creata nel 1124 da S. Guglielmo (?-1142); 1’ ordine dei Silvestrinì fondato nel 1227 da S. Silvestro di Osimo (1177-1271), 1’ ordine degli Olivetani eretto verso il 1330 dal beato Bernardo Tolomei, senese (1272-1348). Siffatti enti filiali non penetrarono nel Molise, ad eccezione dei Certosini o Cartusiani ch’ebbero un convento a Guglionesi nel secolo XIV, o della congregazione di Montovergine che possedè in sino al 1809 la chiesa o pingue grancia di S. Maria Assunta in Boiauo. * , * * Del periodo normanno, pur cosi prodigo di edifici religiosi , è forse una superstite reliquia soltanto la Badia di S. Maria della Strada (Matrice); giacché non esiste più alcun rudero del monastero di S. Angelo a Palazzo (Acquaviva Collecroci), il quale dai normanni ripeteva le origini. Ambo questi enti furono Cassinesi; od il Molise, nel dilagare del monachiSmo, rimase strettamente devoto al H Pator monachorum „ ed ai suoi zelanti discepoli. 11 periodo svevo segna una sosta all’espansione delle fraterie ed all’accentramento dei feudi nella mano morta. Esso, per l’inerente prevalere della parto ghibellina e con la lotta aperta fra lo Stato e la Chiesa, affanna il predominio della laicità nello funzioni dello Stato e nella vita sociale. Dagli albori del secolo XITI fino all’avvento della dominazione angioina, lo fraterie decaddero, e i religiosi raccolti in qualche monastero troppo esposto alle intemperanze delle milizie che seguivano la Corte randagia dol gran Federico, furono persino costretti ad esularne, per cercare in cenobi più lontani ed appartati la tranquillità che veniva loro contesa (259). L’instaurazione della monarchia angioina, guelfa ad oltranza, fu causa di novello impulso alla propagazione degli enti monastici; onde le caso cassinesi e benedettine in genere crebbero di numero e potenza. La fi-