Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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£ * * Il Biferno corre quasi equidistante dal Triguo e dal Fortore. È il “ Tifernus „ di Plinio e di Strabone, tramutato in u Bifernus „ nel basso medievo, epperò cosi mentovato nella “ Cronaca Cassinese Il Tria è di parere che il nomo “ Bifernus ~ gli provenisse “ dalle due bocche, poste alle radici degli Appennini dentro la Città di Boiano „ (IO). Noi non possiamo accogliere tale ipotesi, porche le bocche cui allude il dotto prelato non sono affatto ben determinate ; onde Vincenzo Cuoco fa dire a Cleobulo : “ Pare che Vulcano abbia ceduto questa re“ gione a Nettuno. Non vedi che acquo, le quali scaturiscono da infi“ nite sorgenti e scorrono in piccioli ruscelli, finché, alla estremità orien“ tale della vasta pianura nella quale è situata la città, si riuniscono e “ formano il Biferno „ (11). Il Biferno nasce, dunque, all’ostreraità orientale dell’abitato di Boiano, dove da un semicerchio a valle della via Turno (formata da grossi macigni) scaturisce l’acqua da innumeri polle. Altra acqua si aggiunge che prorompe dalla parte opposta della stessa via , e zampillante fra i macigni che servono di base alla rupe maestosa , su cui torreggia Civita Superiore, frazione dello stesso comune. Dal semicerchio anzidetto si determina il corso fluviale del Biferno, quasi superficiale , dall’ acqua limpida, cristallina, trattenuta da sponde foltamente arbustato. Ha l’aspetto di un tranquillo e pacifico canaio d'irrigazione. Dopo poche diecine di metri daU’ultime case, ricevo a sin. il Turno (un torrente formato da numerose scaturigini urbane), e dopo altre poche diecine di metri il Callerale, torrente che proviene dalla zona occidentale dell'abitato stesso, direttamente dal cosidetto Muragliono, arricchito poi dalle sorgive della Fonte Maiella ed altre numerose sorgenti, che pullulano dovunque fra le case o i sentieri. Dopo questo affluente l’alveo fluviale si approfonda, si allarga, riceve a des. le acque del Rio Freddo, si allarga ancora, assume l'aspetto d'un piccolo fiume e irrompe nella piana, come anelante a più duri cimenti. Abbandonato l’agro originario, fa da confine tra S. Polo e Colledanchise, e nel suo corso lascia Colledanchise a sinistra e Baranello a destra, o cosi rispettivamente Spinete e Busso , Casalciprano ed Gratino, Castropignano e Santo Stefano, Limosano e Montagano, Lucito opposta a Petrella e Castellino, Caatelbottaccio e Lupara opposte a Mortone, Guardialfiera e Casacalenda , Montecilfone e Guglionesi opposte a Latino e S. Martino, ed infine S. Giacomo e Portocannone, Termoli e Campomarino, fra le quali sbocca nel mare dopo uno svolgimento di oltre 120 km. La lunga , varia, sterminata vallea del Biferno è estraniente pittoresca, offrendo alla vista tutta la varietà orografica che culmina alle forre asperrime del Matese dalla pianura litoranea che preludia al Tavoliere ; e se il fiume fosse navigabile sia pur con tenui galleggianti - sarebbe