L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509

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delle bombarde. Marin Sanato scrive la domenica sera t 6 settembre: «li da saper in questa mattina molti sentino bombarde e fo judicato essere intorno a Padoa, et nostri trai' fuora. E cussi fu tutt’oggi : et come intesi principiò stanotte a le ore 8 (tre dopo la mezzanotte) che sempre quelli stanno a Lizza-fusina i sentino « ( I ), Il 17 settembre da Codalunga a San Giovanni avean già regolarmente piantati 8 pezzi d’assedio ; altri se ne piantarono nelle notti successive col favor delle tenebre. Il bombardamento continuò incessantemente per dieci giorni ossia dalla domenica 16 al martedì 25 settembre, A Fusina, lungo il canale della Giudecca, a Terranova (dove ora è il giardino reale e allora sorgevano capannoni per navigli ecc.) risonava il cupo rombo dei colpi ; i pescatori Tudivano nel silenzio della notte; e l’udiva il Sanuto dalla sua casa in S. Giacomo dell’Orio, quando spirava il garbino. Lo spettacolo dall’ alto dei baluardi di Padova appariva terribile specialmente di notte : le fiamme uscite dalla bocca dei cannoni, cinte da uno sciame di scintille, balenavano nell’oscurità della nuda campagna come se prorompessero dalla terra squarciata ; seguiva tosto il fragore tonante degli spari. Sparavano fin dieci bombarde ad un tempo con orrendo fracasso, scagliando palle di 200 libbre di peso e più. Onde queste artiglierie parvero alle menti impaurite qualche cosa d’infernale : diabolice le chiama un cronista ( 2 ). Gli assediati raddoppiavano i colpi per impedire ai nemici di venir arenle la terra , ma tiravan alto e facevan poco danno. «Le nostre bombarde trano in campo vano alte le hanno retrate e messe che battano per costa » ( 3 ). Eseguito questo cambiamento di posizione c regolato il tiro, se ne vide subito l’efietto ; quattro pezzi dell’ artiglieria imperiale furono rotti e guasti in modo che, smontati, presero la via di Ferrara. lacopo Bruto racconta questi avvenimenti con molta precisione c le sue parole meritano di essere qui testualmente riferite : « Die XV septembris hora XXII exercitus lige ivit ad contractam Caudclonge et Porcillie ab extra, et ibi se accani pavit, et in nocte pian-

(1) SANUTO, IX. 163 e 186. (2) L.o Zelano, citato dal Medili nelle annotazioni al poema del Cordo, pag. 162. Nelle annotazioni stesse a pag. 294-295 si legge : « T.a notte seguente (dal 15 al i 5 settembre) fu per li Francexi poste a segno 17 boche de focho de varie sorte a la parte de ponente ultra la porta de Codalnnga et a la parte de levante a loco de la Certosa : a preso dita porta per li Todeschi fu impiantato altri 22 pezzi de articrie de extrema grandeza ; et al bastion che era denanzi a la porta fu posto per gli Italiani altri 12 pezi de colubrine ; et nel fare del zorno ognuno comenzò dar principio a bombardare la cita con tanto strepito et rumore che per spatio de mezo milgìo la tera non altrimenti tremava soto i piedi che se proprio fosse da un vehementissime) terremoto conquasata et mosa. Co aire per il tuono era talmente conquasato che credo più di miìgia 30 a l'intorno si sentiva il rinbombo che pareva cosa pili presto iufernalle che humana, Et cosi durò nove giorni continui nel qual tempo dentro et de fori acaschò vari et inffiniti accidenti de morte et ferite molti et innumerabili soldati », {3} Sanuto. IX, 169 e 179.